Corriere di Bologna

«Un anno fermi La mia lotta non finisce qui»

- An. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ci sono tante cose strane in questa inchiesta, cose che non capisco e a cui non so trovare un perché». Parola di Arkangelo Maror Malok Ayuel, 41 anni, papà del piccolo Alessandro Do Rosario. È parte offesa nell’inchiesta per la morte del bimbo. La madre e la sorella di Alessandro sono invece state indagate per abbandono di minore, perché quel giorno di agosto Alessandro era stato lasciato solo in casa con il nipotino di 3 anni per pochi minuti, mentre le due donne erano a fare la spesa. La loro posizione è però già stata archiviata. Il papà quel giorno non era a Bologna ma a Roma, dove vive e lavora in un consolato: sarebbe tornato la sera di quel venerdì per stare con il figlio.

Quali sono i punti oscuri secondo lei?

«Ho presentato una denuncia più di un anno fa e nessuno ha fatto niente, solo adesso qualcosa si sta muovendo».

La Procura ha chiesto l’archiviazi­one per le persone su cui lei chiedeva di indagare.

«Lo so, ma non credo che l’indagine sarà archiviata. Farò opposizion­e con il mio avvocato, andrò avanti e ho fiducia che troverò un giudice che farà giustizia».

Crede ci siano responsabi­li per la morte di suo figlio?

«Penso di sì. Penso che un vetro di una casa in affitto, se è a norma, non dovrebbe rompersi. Quel vetro andava sostituito dal proprietar­io dell’immobile. Mio figlio non sarebbe morto se l’avessero cambiato».

Perché sindaco e Acer non sono stati indagati prima?

«Non so, non capisco molto di diritto».

Ha mai avuto risposta da Acer e Comune sulla richiesta di risarcimen­to?

«No, non ho mai avuto nessun contatto. Non mi hanno fatto nemmeno le condoglian­ze».

Chi vive in quella casa? I vetri sono stati sostituiti?

«Credo di no, ma io non sono più andato in quella casa. Manco da Bologna da tanto tempo. Il resto della famiglia però vive ancora in quella casa».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy