«Al Bologna serve una nuova casa cresceranno ambizioni e squadra»
Cazzola: «Il tecnico? Non c’è bisogno che racconti barzellette»
Alfredo Cazzola, per il secondo anno di fila il Bologna ha chiuso con meno punti, da 42 a 41 a 39. Un segnale preoccupante?
«Ritengo stucchevole battezzare le stagioni solo con il metro dei punti, se vogliamo porre una critica costruttiva rischia di essere fuorviante: basti pensare ai 51 punti di Guaraldi e a cosa è successo poco dopo. Doverosa premessa: da ex presidente non vorrei schierarmi con i tifosi che giustamente vogliono crescere, preferirei analizzare le problematiche a livello societario».
Iniziamo: cosa non ha funzionato sul campo?
«Sono state fatte scelte considerate di prospettiva che hanno deluso, eccezion fatta per un grandissimo Verdi. Dal punto di vista tecnico credo che Donadoni sia l’allenatore giusto per valorizzare i giocatori a disposizione, anche se si è andati al di sotto delle aspettative. Senza dubbio oggi sono più contenti i tifosi della Spal che quelli rossoblù, per quanto il Bologna non abbia mai rischiato la B».
Il crollo finale è questione di stimoli?
«La posizione non ha aiutato: c’era la ragionevole certezza di essere salvi, ma troppo lontani da un traguardo superiore e il gap tecnico di chi si giocava l’Europa è notevole. Il tema delle ambizioni del club è complesso: per parlare di un ampliamento del giro di affari bisogna toccare, volenti o nolenti, il tema stadio».
Tema che conosce bene.
«Ne parlammo nel 2005: da 13 anni è palese che il bene delle società di calcio passa da lì. Poi è chiaro che al tifoso importa soprattutto del campo, ma è importante che il club possa costruire una casa più adeguata al calcio ed entrare nel futuro».
La svolta è lì?
«Se scattasse il via in qualche direzione avremmo un imprenditore molto più coinvolto e deciso e porterebbe dei riflessi positivi anche sulla caratura tecnica della squadra. L’estate che sta arrivando è decisiva: per questo mi appello a tifosi, club e amministrazione cittadina perché si stringa in modo definitivo sulla questione. Viceversa i dubbi su una reale volontà di dare sostanza al Bologna potrebbero crescere».
Capitolo Verdi: che fare?
«Se proprio va ceduto, che sia per una cifra irrinunciabile, contrariamente a quanto avvenne per Diawara. Altrimenti, meglio costruire intorno a lui».
Come si può uscire dalla nebulosa situazione attuale?
«Bisogna capire se intende dare una scossa all’ambiente. Cambiare tanto per cambiare non serve: penso all’allenatore, magari è introverso ma non serve che un tecnico racconti barzellette. Le rivoluzioni hanno costi e a volte esiti rischiosi: Saputo metterà sulla bilancia pro e contro. Lo stesso vale per i dirigenti: è una questione di rapporti fiduciari, visto che li ha scelti lui».