Corriere di Bologna

Perizia psichiatri­ca su Igor Il giudice spagnolo dà l’ok

L’ha chiesta e ottenuta la difesa. Dalle indagini spunta il progetto di fuga in Marocco

- BO Andreina Baccaro

Due medici forensi e due psicologi dell’istituto di medicina legale di Aragona valuterann­o le capacità mentali di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. Lo ha stabilito la giudice di Alcaniz che si occupa di istruire il fascicolo contro il killer serbo per gli omicidi commessi in Spagna.

L’esame psichiatri­co, richiesto dal legale spagnolo che lo difende, dovrà valutare l’eventuale infermità mentale o qualsiasi altro disturbo ma riguarderà però solo gli omicidi di cui è accusato in Spagna, ai fini dell’imputabili­tà da parte dell’autorità giudiziari­a di quel Paese. Intanto, i carabinier­i del comando provincial­e di Bologna e del Ros di Roma continuano a lavorare per incastrare chiunque possa aver favorito la sua fuga dall’Italia. Playa della Patacona a Valencia, Puerto Banús sul litorale di Marbella, fino a Malaga: è su questo tratto della Costa del Sol in Spagna che si concentran­o le ricerche.

I carabinier­i già prima della cattura avevano ristretto il cerchio sulla mappa, intorno a un’organizzaz­ione criminale di maghrebini e serbi che trafficano in droga e immigrazio­ne clandestin­a, e individuat­o anche alcune abitazioni in cui il latitante avrebbe potuto nasconders­i. Secondo il giornale El Espanol, Feher aveva in mente di fuggire in Marocco attraverso lo stretto di Gibilterra, sfruttando gli appoggi della sua rete criminale e rifugiando­si lontano dall’Europa dove era inseguito ormai da troppi ordini di cattura nei suo confronti. Tra i complici che i carabinier­i tenevano, e tengono ancora, monitorati, ci sono A.M., pezzo grosso della banda con base a Malaga, un altro marocchino 35enne M.T., anche lui spacciator­e ma soprattutt­o abile falsario di documenti, indicato dall’informator­e dei carabinier­i come l’uomo che un anno fa avrebbe aiutato il killer a lasciare l’Italia e che avrebbe potuto fornirgli il documento falso per lasciare l’Europa.

Ci cono poi i soggetti riconducib­ili a una famiglia di criminali operativa a Ferrara fino a qualche tempo fa, famiglia D.A., che si sono spostati proprio nelle vicinanze di Malaga. C’è l’ex compagno di cella di Igor di Ravenna che un anno fa, all’improvviso, si è trasferito a Valencia con la famiglia e che ha in uso tre schede Sim spagnole e due italiane. Ci sono poi almeno tre serbi, riconosciu­ti dalle foto segnaletic­he anche dall’informator­e dei carabinier­i, che trafficano stupefacen­ti nella zona di Malaga. C’è poi la misteriosa donna serba che vive a Ferrara, che nel maggio 2016 era con Igor a Milano. Bionda, giovane e bella, anche lei è stata riconosciu­ta dall’informator­e marocchino in una delle foto mostrategl­i in cui però avrebbe i capelli neri. Lo stesso informator­e, che ha incontrato Igor un paio di volte in Italia insieme al falsario di documenti marocchino, ha raccontato che al serbo piaceva fumare il narghilè e che aveva una grande capacità di trasformar­e il suo aspetto fisico dopo ogni colpo.

A settembre la polizia spagnola aveva dato il via alla «Operaciòn Servika», con gli inquirenti italiani, concentran­do le ricerche in una zona al Sud tra Cadiz e Malaga, dove il serbo avrebbe potuto nasconders­i in attesa di scappare in Marocco. Ma, come noto, il killer è stato catturato a centinaia di chilometri di distanza, in Andorra. Un aspetto non secondario che gli inquirenti intendono ricostruir­e.

Falsari e trafficant­i sotto la lente: hanno fornito appoggi, il killer voleva lasciare l’Europa

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L’inizio È accusato degli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, in Spagna ha ucciso altre tre persone

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