Perizia psichiatrica su Igor Il giudice spagnolo dà l’ok
L’ha chiesta e ottenuta la difesa. Dalle indagini spunta il progetto di fuga in Marocco
Due medici forensi e due psicologi dell’istituto di medicina legale di Aragona valuteranno le capacità mentali di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. Lo ha stabilito la giudice di Alcaniz che si occupa di istruire il fascicolo contro il killer serbo per gli omicidi commessi in Spagna.
L’esame psichiatrico, richiesto dal legale spagnolo che lo difende, dovrà valutare l’eventuale infermità mentale o qualsiasi altro disturbo ma riguarderà però solo gli omicidi di cui è accusato in Spagna, ai fini dell’imputabilità da parte dell’autorità giudiziaria di quel Paese. Intanto, i carabinieri del comando provinciale di Bologna e del Ros di Roma continuano a lavorare per incastrare chiunque possa aver favorito la sua fuga dall’Italia. Playa della Patacona a Valencia, Puerto Banús sul litorale di Marbella, fino a Malaga: è su questo tratto della Costa del Sol in Spagna che si concentrano le ricerche.
I carabinieri già prima della cattura avevano ristretto il cerchio sulla mappa, intorno a un’organizzazione criminale di maghrebini e serbi che trafficano in droga e immigrazione clandestina, e individuato anche alcune abitazioni in cui il latitante avrebbe potuto nascondersi. Secondo il giornale El Espanol, Feher aveva in mente di fuggire in Marocco attraverso lo stretto di Gibilterra, sfruttando gli appoggi della sua rete criminale e rifugiandosi lontano dall’Europa dove era inseguito ormai da troppi ordini di cattura nei suo confronti. Tra i complici che i carabinieri tenevano, e tengono ancora, monitorati, ci sono A.M., pezzo grosso della banda con base a Malaga, un altro marocchino 35enne M.T., anche lui spacciatore ma soprattutto abile falsario di documenti, indicato dall’informatore dei carabinieri come l’uomo che un anno fa avrebbe aiutato il killer a lasciare l’Italia e che avrebbe potuto fornirgli il documento falso per lasciare l’Europa.
Ci cono poi i soggetti riconducibili a una famiglia di criminali operativa a Ferrara fino a qualche tempo fa, famiglia D.A., che si sono spostati proprio nelle vicinanze di Malaga. C’è l’ex compagno di cella di Igor di Ravenna che un anno fa, all’improvviso, si è trasferito a Valencia con la famiglia e che ha in uso tre schede Sim spagnole e due italiane. Ci sono poi almeno tre serbi, riconosciuti dalle foto segnaletiche anche dall’informatore dei carabinieri, che trafficano stupefacenti nella zona di Malaga. C’è poi la misteriosa donna serba che vive a Ferrara, che nel maggio 2016 era con Igor a Milano. Bionda, giovane e bella, anche lei è stata riconosciuta dall’informatore marocchino in una delle foto mostrategli in cui però avrebbe i capelli neri. Lo stesso informatore, che ha incontrato Igor un paio di volte in Italia insieme al falsario di documenti marocchino, ha raccontato che al serbo piaceva fumare il narghilè e che aveva una grande capacità di trasformare il suo aspetto fisico dopo ogni colpo.
A settembre la polizia spagnola aveva dato il via alla «Operaciòn Servika», con gli inquirenti italiani, concentrando le ricerche in una zona al Sud tra Cadiz e Malaga, dove il serbo avrebbe potuto nascondersi in attesa di scappare in Marocco. Ma, come noto, il killer è stato catturato a centinaia di chilometri di distanza, in Andorra. Un aspetto non secondario che gli inquirenti intendono ricostruire.
Falsari e trafficanti sotto la lente: hanno fornito appoggi, il killer voleva lasciare l’Europa