Il talento di Lisiecki per il Secondo di Chopin
Il pianista al Manzoni con la Filarmonica e Andris Poga
«Piuttosto che desiderare il fragore dell’orchestra Chopin si è accontentato di vedere riprodotto integralmente il suo pensiero sui tasti d’avorio di una tastiera. Egli perviene sempre al suo scopo, quello di non far perdere nulla in potenza alla concezione musicale; ma non aspira mai agli effetti d’assieme e al grosso pennello adoperato dallo scenografo».
L’ammirazione di Eugène Delacroix risulta ancora più sincera se si considera che il grande pittore romantico l’ha confidata alle pagine di un diario intimo che è fortunosamente giunto fino a noi. Nella casualità degli incontri nel salotto di comuni conoscenze, nella conversazione lontana dall’attenzione e dall’ammirazione indiscreta del pubblico — di cui il musicista era terrorizzato — prende forma e vita uno dei più intensi e ineguagliabili ritratti mai dedicati a Chopin. E proprio a proposito del fragore dell’orchestra: inevitabile ritrovarlo in ciascuno dei due Concerti per pianoforte composti ed eseguiti dal giovanissimo Chopin poco prima di lasciare per sempre la Polonia.
Il secondo dei due esemplari è il piatto forte del nuovo appuntamento dell’Orchestra Filarmonica di Bologna domani sera — ore 21 — all’Auditorium Manzoni, con Andris Poga sul podio — anche per la Sinfonia Patetica di Cajikovkij – e con Jan Lisiecki alla tastiera.
Proprio a Bologna e nella stessa sala dove suonerà domani qualche anno fa il solista di origine polacca fu chiamato a sostituire nientemeno che Martha Argerich che avrebbe dovuto suonare con Claudio Abbado e l’Orchestra Mozart. Per nulla intimidito dalla situazione, Lisiecki dimostrò di sapere tenere la scena benissimo e ancora prima di suonare: con lo strumento solista che segna l’avvio nel quarto Concerto di Beethoven, Lisiecki si concesse un lungo, lunghissimo indugio prima di attaccare.
Da allora la discografia del pianista per Deutsche Grammophon si è giudiziosamente arricchita e vanta per l’ultimo album proprio i due Concerti di Chopin. A ventitreenne appena compiuti oggi il pianista sembra aver superato con intelligenza quella fase pericolosa quando si smette di essere un ragazzino prodigio e si deve dimostrare di essere un artista per il resto della vita.