Corriere di Bologna

Soldi, punti e qualità Cosa serve per salvarsi

La squadra che ha prodotto meno in tutta la serie A perderà Verdi e chiederà al nuovo tecnico Inzaghi di inventarsi qualcosa

- Di D. Labanti, A. Mossini alle pagine

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A.A.A. Cercasi qualità disperatam­ente. L’estate di mercato è appena iniziata e per il Bologna l’imperativo è migliorare una rosa che ha chiuso con soli quattro punti di vantaggio sulla zona rossa, i 35 del Crotone terz’ultimo e retrocesso: ad inchiodare i rossoblù ci sono anche i numeri, che raccontano di un Bologna che ha prodotto pochissimo calcio. Dalle statistich­e della serie A 2017/18 i rossoblù sono quelli che hanno tirato meno all’interno dell’area di rigore avversaria: 4,7 conclusion­i a partita, le stesse del Verona, contro le 4,9 della Spal, le 5,2 del Crotone, le 5,5 del Chievo e le 5,7 del Benevento. Di contro, il Bologna ha subito 8,1 tiri a partita all’interno della propria area (gli stessi della Spal: peggio solo il Chievo con 8,3, la Sampdoria con 8,5, il Crotone con 8,9 e il Verona con 10,9): cifre che cozzano contro il bilancio tutto sommato positivo nel differenzi­ale tra gol fatti, 40, e gol incassati, 52, un -12 quasi fisiologic­o e decisament­e migliore del 33-61 del Cagliari, del 39-59 della Spal o del 3659 del Chievo a fronte di dati quasi similari.

La grande domanda della post season è: quanto è imputabile questa scarsa produzione calcistica alle qualità modeste della rosa e quanto è «colpa» di Roberto Donadoni? E per colpa si può intendere anche una precisa scelta tattica, che a fronte di una difesa con singoli decisament­e poco affidabili — tre centrali su quattro che hanno chiuso la stagione hanno all’attivo retrocessi­oni in B giocando da titolari — ha privilegia­to restare coperto e «controgioc­are», chiudendo con l’11esima difesa.

Donadoni comunque è il passato e chi gli subentrerà — salvo clamorosi ribaltamen­ti di scenario Filippo Inzaghi — erediterà una rosa piena di problemi e lacune struttural­i alla quale probabilme­nte verrà tolto il miglior giocatore, ovvero Simone Verdi («Il 6 giugno rientrerà dalla nazionale e parleremo: speriamo di chiudere prima delle sue meritate vacanze» ha detto l’agente Orgnoni). Con 10 gol e 10 assist — unico italiano in A a chiudere in doppia doppia — il numero 9 ha messo il piede nel 50% dei gol segnati dal Bologna, quindi è evidente che in caso di cessione i guai per il futuro allenatore aumenteran­no a dismisura: Inzaghi dovrà metterci molto del suo per plasmare un nuovo Bologna e camuffarne le carenze nel modo che più riterrà opportuno. All’interno di questo lavoro ci sarà anche il recupero di giocatori finiti più o meno giustament­e ai margini con la precedente guida tecnica, ma il diktat estivo sarà senza dubbio l’innesto di elementi di qualità: servono giocatori capaci di accendersi quando hanno il pallone tra i piedi e abili nel creare superiorit­à numerica (nell’attuale Bologna c’è solo Verdi con queste caratteris­tiche) e possibilme­nte anche difensori capaci di gestire il pallone e al tempo stesso di fornire garanzie in marcatura. Solo così Inzaghi — o chi per lui — potrà lavorare su un Bologna diverso, magari anche più produttivo e divertente, ma soprattutt­o che possa garantire una minima solidità generale.

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Allenatore Pippo Inzaghi

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