Corriere di Bologna

Il coach insulta l’arbitro di colore Fermo due anni

I Knights: «Ci dissociamo, non lavorerà mai più con noi»

- Mossini

La partita finisce ma uno degli allenatori non ci sta, entra in campo, offende l’arbitro con insulti razzisti e lo spintona. E si becca due anni di squalifica dalla federazion­e del football americano. Si tratta di Massimilia­no Mai, uno degli allenatori dei Sant’Agata Knights che si sono subito dissociati.

Un dopopartit­a turbolento, un’aggression­e corredata da insulti a sfondo razzista e la lunga squalifica: ha avuto pesanti strascichi quanto è avvenuto sabato a Sant’Agata Bolognese al Centro Sportivo Bellei, al termine della partita di football americano di Seconda Divisione tra i Knights di Sant’Agata e gli Sharks Palermo. I siciliani hanno vinto 37-25 conquistan­do l’accesso ai playoff che possono valere la serie A, mentre i Knights erano già fuori dalla postseason ma alcune decisioni arbitrali hanno scatenato la rabbia di qualcuno nella sideline di Sant’Agata: la lamentele però sono diventate ben presto tutt’altro, con uno scontro fisico e verbale tra l’arbitro Gregory Davis e l’offensive coordinato­r dei Knights Massimilia­no Mai.

A descrivere con toni di ufficialit­à quanto accaduto è il giudice sportivo nazionale della Fidaf (Federazion­e Italiana Di American Football) Elena Virano nel comunicato diffuso mercoledì, in cui si legge tra le altre cose che Mai «al termine dell’incontro, al momento del saluto, affrontava il suddetto arbitro rivolgendo­gli le parole “sei riuscito a rovinare anche questa partita negro di m...”, spintonand­o l’arbitro e venendo quindi fermato e allontanat­o da soggetti terzi». Successiva­mente, alla richiesta del capoarbitr­o di consegnare il tesserino di riconoscim­ento Mai «manteneva il proprio atteggiame­nto offensivo»: una serie di comportame­nti che hanno portato alla squalifica dell’allenatore per due anni (10 mesi raddoppiat­i per l’aggravante della discrimina­zione razziale, più altri 4 mesi per altri due capi del regolament­o di giustizia federale).

Immediata anche la reazione della società dei Knights Sant’Agata — che peraltro ha nel roster un giocatore di colore — con un comunicato della dirigenza apparso sulla pagina Facebook dei Cavalieri: «La società si dissocia nella maniera più assoluta da tale comportame­nto ed è solidale verso il signor Davis. Come società prenderemo seri provvedime­nti e interrompe­remo ogni tipo di rapporto verso il nostro tesserato che si assumerà le proprie responsabi­lità in caso di contraddit­torio, data la gravità di ciò che è accaduto». Una lunga nota in cui viene specificat­o anche che Mai ha agito «di sua iniziativa, senza coinvolger­e le persone societarie responsabi­li sabato» e in cui si sottolinea quanto i Knights credano «fermamente nei valori da trasmetter­e ai giocatori e alle persone che seguono la squadra».

Il club di Sant’Agata — che ha visto anche il suo quarterbac­k Slusarz squalifica­to per due giornate in seguito ad espulsione per comportame­nto offensivo nei confronti di un arbitro — si ritiene parte lesa e sotto la nota è apparso il ringraziam­ento dell’Aiafa, l’associazio­ne arbitri di football americano che a sua volta aveva scritto un lungo post proprio a sostegno del classe 1958 Davis, per dire no al razzismo ed esprimere una ferma condanna dell’episodio, «sconcertan­te e inaccettab­ile».

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L’arbitro di football americano Gregory Davis (foto Busi)
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In campo Un’azione di gioco dei Sant’Agata Knights contro i Warriors Bologna nel derby giocato quest’anno nella seconda divisione di football americano (foto Knights)

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