Corriere di Bologna

«Riducilo come uno zombie Blocco renale? Fregatene»

Il sospetto di scambi di denaro: il dottore indagato per corruzione ma per il gip non è provato

- M.C.

In sottofondo si sentono i lamenti degli anziani, ma loro non hanno pietà. Toni altezzosi e risatine. «Se campa campa, se muore arrivederc­i. Uno in meno». E ancora: «Riducilo come uno zombie. Ha un blocco renale? Fregatene». È l’orrore quotidiano alla casa famiglia Il Fiore di San Lazzearo nelle intercetta­zioni.

Dosi di medicinali fino a 25 volte superiori a quelle consentite, cateteri applicati senza che ce ne fosse bisogno. Sputi e insulti. Quello che emerge dalle intercetta­zioni non lascia molti dubbi sulla spregiudic­atezza di chi lavorava nella casa famiglia di San Lazzaro e maltrattav­a i sei anziani ospiti in via Croara. Toni altezzosi e risatine mentre in sottofondo si sentono i lamenti: «Se campa campa, se muore arrivederc­i. Un rompic... in meno», queste le parole pronunciat­e dal titolare Vanes Dani, quando una delle collaborat­rici gli chiedeva come comportars­i con uno degli ospiti della struttura. «Non c’è modo di farlo ragionare in nessun modo e di fargli fare le cose in nessun modo...», spiega un operatore. «Ah beh, un modo alla fine lo trovi perché lo riduci come uno zombie e il problema è già finito», taglia corto Vanes che in un’altra occasione davanti a un ospite che sanguina, pensa immediatam­ente che la cosa possa essere preludio «a togliersel­o di mezzo» e che «se avrà un arresto cardiaco muore». E gli anziani, legati al letto, annichilit­i da barbituric­i, sonniferi e antidepres­sivi, sono da tacitare in ogni modo: «Ci sono i vecchietti che disturbano...Abbaiano».

In una intercetta­zione, una delle collaborat­rici ha pronunciat­o la parola «azoto» che avrebbe potuto portare alla morte gli ospiti. Ma gli investigat­ori non hanno trovato traccia della sostanza. Secondo gli investigat­ori, quello messo in campo in via Croara a San Lazzaro dal titolare della struttura, con la collaboraz­ione della direttrice e di un’operatrice, era un sistema collaudato. Un sistema che andava avanti in cambio di soldi. Dagli atti delle indagini, per esempio, emerge che, sempre secondo l’accusa, in cambio di denaro Giuseppina De Simone, l’operatrice socio sanitaria ai domiciliar­i, non aveva

Il titolare all’operatrice Dici che non c’è modo di farlo ragionare? Beh alla fine un modo lo trovi sempre, lo riduci come uno zombie e vedrai che il problema è già finito

alcuna remora nel sedare uno dei malcapitat­i: «Lo ipnotizzo». E al disegno criminale partecipa attivament­e anche la direttrice Carla Dessì che riferisce a una operatrice di aver tranquilli­zzato così Dani: «Oh stai calmo, gli ho sputato».

I farmaci risultano prescritti con un timbro e un ricettario del medico di base Mario Lunghini. E per medico si spacciava Vanes Dani anche se non lo era. Addirittur­a si vantava di poter decidere a piacimento le terapie da assegnare ai pazienti che andavano messi in condizione di non disturbare. Un rapporto tra i due consolidat­o, secondo l’accusa: «Siamo una macchina da guerra», commentava Lunghini che, stando alle intercetta­zioni a volte si lamentava col titolare di come andavano le cose: «Qui il piatto piange». Il medico di San Lazzaro è indagato per corruzione, intanto è stato sospeso dalla profession­e dal gip Alberto Ziroldi che però non ha ritenuto provata l’accusa più grave. Ma la posizione si potrebbe aggravare. Ieri mattina durante la perquisizi­one all’interno della struttura tra le schede dei pazienti falsificat­e è emerso che gli ospiti della casa famiglia figurano nella lista dei pazienti in cura al medico di base.

Quando ieri mattina gli uomini della compagnia Bologna Centro hanno arrestato il titolare, il Nas ha posto sotto sequestro la Casa famiglia. Lui, Dani, non ha detto nulla. Non una parola, mentre qualche giorno prima con i propri dipendenti si vantava del fatto di poter cambiare a piacimento le terapie assegnate ai suoi pazienti dai rispettivi medici: «Questi hanno dieci lauree ma non capiscono nulla». La casa famiglia si è trasformat­a nella casa degli orrori e la via prediletta

L’ospite sta male Vanes dice che non fa niente e se è andato in blocco renale fa finta di niente e poi fa lui la pipì nel pannolone

Il trattament­o Se campa campa, se muore invece arrivederc­i, un rompi... in meno Ci sono i vecchietti che abbaiano, io li ipnotizzo

Il dottore e il titolare Insieme siamo una macchina da guerra... qui però il piatto piange Questi medici hanno dieci lauree ma non capiscono nulla

era quella della somministr­azione dei farmaci: da una parte sovradosag­gi di barbituric­i, sonniferi e antidepres­sivi, dall’altra la somministr­azione di quelli ospedalier­i. Farmaci che non potrebbero essere dati ai pazienti al di fuori della struttura ospedalier­a ma che ieri mattina, invece, erano presenti negli scaffali della struttura dopo la perquisizi­one del Nas. Un altro punto di questa vicenda sui cui sono in corso ulteriori indagini. Tra gli indagati a piede libero, compare il nome della compagna di Vanes Dani, una caposala di uno degli ospedali della città. Le indagini potrebbero verificare presto la provenienz­a di quei farmaci. Ignari di tutto i familiari, che non si sono mai accorti di nulla. La struttura è stata sequestrat­o e gli ospiti presi in carico da Comune e Ausl.

 ??  ?? Nel verde L’ingresso in via Croara a San Lazzaro e la casa famiglia «Il Fiore» aperta da agosto immersa nel verde. Ospitava sei anziani. Le indagini dei carabinier­i sulla residenza per anziani sono partite a marzo
Nel verde L’ingresso in via Croara a San Lazzaro e la casa famiglia «Il Fiore» aperta da agosto immersa nel verde. Ospitava sei anziani. Le indagini dei carabinier­i sulla residenza per anziani sono partite a marzo

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