Corriere di Bologna

Disegni e pastelli di Francis Bacon che amava Bologna

Palazzo Belloni

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Dopo Torino, da oggi e sino al 16 settembre arriva a Bologna la mostra «Francis Bacon. Mutazioni», a cura di Gino Fienga, dedicata al controvers­o artista anglo-irlandese e realizzata da con-fine Art con la Francis Bacon Collection, che fa riferiment­o al nucleo di circa 600 disegni donati dal grande pittore irlandese all’intimo amico bolognese, il giornalist­a Cristiano Lovatelli Ravarino. Una settantina di opere esposte a Palazzo Belloni, in via Barberia 19 con ingresso a 12 euro, fra disegni, pastelli e collage realizzati tra il 1977 e il 1992, l’anno della morte di Bacon. Come ha scritto lo storico dell’arte Edward LucieSmith, disegni e pastelli sono «opere complete» che si inseriscon­o a pieno titolo nell’iconografi­a dell’artista, che negli ultimi anni riprese temi già affrontati, sperimenta­ndo nuove strade formali. Così, scrive Lucie-Smith, ci si imbatte in papi, ritratti e autoritrat­ti che, «sebbene fatti in un periodo tardo della sua vita, rivisitano temi di una produzione molto più giovanile». La mostra offre anche un focus esclusivo su disegni poco noti in cui Bacon rivela la sua omosessual­ità, riuniti in una sorta di sala «vietata ai minori». Nel percorso si potranno incrociare anche foto e contenuti multimedia­li, come l’installazi­one interattiv­a di un trittico a specchio deformante per scoprire sensazioni suscitate dalla mutazione della propria immagine riflessa. Bacon, nato in una famiglia di nobili origini che vantava tra gli antenati il filosofo Francesco Bacone, ha avuto una vita sregolata incarnando alla perfezione il ruolo cosiddetto di «artista dannato». Ispirato da grandi maestri del passato come Guercino, Michelange­lo e Velàzquez, era particolar­mente legato a Bologna che, racconta Lovatelli Ravarino «sapeva essere la più sottovalut­ata delle grandi città italiane».

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