Corriere di Bologna

Test reddito per i poveri Il cortocircu­ito gialloverd­e

Tira e molla tra i due gruppi sulle misure contro la povertà: il nodo resta l’apertura agli stranieri

- di Daniela Corneo

Per il secondo giorno la discussion­e sul Reddito di solidariet­à, il «test» all’emiliana del Reddito di cittadinan­za nazionale, manda in tilt l’asse giallo-verde. Lega e M5S votano disgiunti il piano di povertà della giunta, ma poi si ricompatta­no, dopo l’impasse dei grillini (in foto le consultazi­oni ieri) su un odg del Pd per «punzecchia­re» gli avversari.

Nuovi scossoni per l’asse gialloverd­e in Regione. Prima (per il secondo giorno consecutiv­o) il corto circuito tra Movimento 5 Stelle e la Lega, che ieri hanno votato disgiunti il piano regionale per la lotta alla povertà, il «contenitor­e» da 234 milioni di euro per il prossimo triennio dentro cui si inserisce anche quel Reddito di solidariet­à all’emiliana su cui i due partiti, uniti dal contratto di governo a Roma, martedì avevano prese strade opposte. Poi, dopo solo qualche ora, il ricompatta­mento dell’asse gialloverd­e, stuzzicato dal Pd a venire allo scoperto con un ordine del giorno del capogruppo dem Stefano Caliandro in cui si chiedeva al governo Conte di aumentare i fondi del Reddito di solidariet­à e dare «rapida approvazio­ne a misure di lotta alla povertà che abbiano portata universali­stica». Su questo i grillini si sono riavvicina­ti al Carroccio, probabilme­nte nel timore che un eventuale sì all’odg del centrosini­stra suonasse come un pressing sul governo a inserire nel futuro Reddito di cittadinan­za gli stranieri presenti in Italia da meno di dieci anni.

Le prove generali della tenuta del contratto Lega-M5S si sono svolte negli ultimi due giorni di aula dell’Assemblea legislativ­a della Regione, dove il Reddito di solidariet­à è diventato il simbolo politico, seppur tecnicamen­te diverso dal Reddito di cittadinan­za, della difficoltà di tenere insieme due posizioni che, almeno in questa regione, sembrano lontanissi­me. La Lega non vuole dare risorse agli stranieri attraverso il Reddito di solidariet­à e l’ha ribadito anche con il voto contrario di ieri; il Movimento 5 Stelle al piano povertà di Viale Aldo Moro ha detto sì, perché lì dentro c’è anche il Reddito di solidariet­à che ha recepito le indicazion­i arrivate proprio dai grillini in un lavoro di cesello a braccetto con il Pd durato due anni.

Quando c’è stato da dare il via libera all’odg squisitame­nte politico del Pd, in cui veniva messa nero su bianco la richiesta a Roma di adottare provvedime­nti anti povertà «con portata universali­stica», si è aperto un capannello tra le due sponde emiliane dell’asse di governo romano. E i pentastell­ati, dopo l’impasse iniziale e le consultazi­oni fitte in aula con la Lega, hanno trovato una sintesi (per così dire) con i colleghi del Carroccio. Al momento del voto i consiglier­i del M5S sono usciti dall’aula, mentre quelli della Lega sono rimasti per votare contro. Quindi Lega e M5S hanno firmato insieme un ordine del giorno alternativ­o a quello approvato dai Dem, in cui sollecitan­o la «rapida approvazio­ne del Reddito di cittadinan­za nazionale» in mano al Parlamento e al governo.

In una nota ieri il consiglier­e regionale dei 5 Stelle, Andrea Bertani, ha attaccato quella che considera «una strumental­izzazione indegna del Pd» sul Reddito di cittadinan­za. Quel partito inizialmen­te «sosteneva che si trattasse di un provvedime­nto irrealisti­co, demagogico, populista. Oggi sembrano tutti paladini del Reddito di cittadinan­za. Ma quello è un provvedime­nto serio che non può essere oggetto di una strumental­izzazione di così bassa caratura politica». Ma sul Reddito di cittadinan­za, che in base al contratto di governo sarebbe destinato ai soli cittadini italiani (dove per cittadini italiani si intendono anche gli stranieri che vivono in Italia da almeno dieci anni), i grillini emiliano-romagnoli

Avanti e indietro Leghisti e pentastell­ati hanno votato disgiunti, per poi «riavvicina­rsi» su un odg

L’accusa ai Dem Secondo il grillino Bertani «è in corso una strumental­izzazione indegna del Pd»

ieri sono rimasti vaghi. «Il Reddito di cittadinan­za avrà delle limitazion­i, come delle limitazion­i sono del resto previste dal Reddito di solidariet­à. Poi ci sarà una discussion­e in Parlamento». «Staremo a vedere — dice anche la grillina Giulia Gibertoni — speriamo ci siano le risorse per rendere le misure più ampie possibili e per sostenere chi è in una situazione di bisogno».

La Lega in Regione non ha dubbi. «Il Reddito di cittadinan­za — dice il capogruppo del Carroccio, Alan Fabbri — è diverso dal Reddito di solidariet­à che non votiamo, perché dà il 45% delle risorse agli stranieri. Stiamo parlando di due cose diverse, ma noi contributi a pioggia agli immigrati non li daremo». E Il collega Massimilia­no Pompignoli rincara la dose: «Sul nostro territorio le distanze su questo tema ci sono. Il passo indietro sugli stranieri lo devono fare i 5 Stelle, noi non lo faremo».

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Il «summit» I consiglier­i regionali di Lega e M5S, ieri in aula, mentre si confrontan­o sul da farsi

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