Test reddito per i poveri Il cortocircuito gialloverde
Tira e molla tra i due gruppi sulle misure contro la povertà: il nodo resta l’apertura agli stranieri
Per il secondo giorno la discussione sul Reddito di solidarietà, il «test» all’emiliana del Reddito di cittadinanza nazionale, manda in tilt l’asse giallo-verde. Lega e M5S votano disgiunti il piano di povertà della giunta, ma poi si ricompattano, dopo l’impasse dei grillini (in foto le consultazioni ieri) su un odg del Pd per «punzecchiare» gli avversari.
Nuovi scossoni per l’asse gialloverde in Regione. Prima (per il secondo giorno consecutivo) il corto circuito tra Movimento 5 Stelle e la Lega, che ieri hanno votato disgiunti il piano regionale per la lotta alla povertà, il «contenitore» da 234 milioni di euro per il prossimo triennio dentro cui si inserisce anche quel Reddito di solidarietà all’emiliana su cui i due partiti, uniti dal contratto di governo a Roma, martedì avevano prese strade opposte. Poi, dopo solo qualche ora, il ricompattamento dell’asse gialloverde, stuzzicato dal Pd a venire allo scoperto con un ordine del giorno del capogruppo dem Stefano Caliandro in cui si chiedeva al governo Conte di aumentare i fondi del Reddito di solidarietà e dare «rapida approvazione a misure di lotta alla povertà che abbiano portata universalistica». Su questo i grillini si sono riavvicinati al Carroccio, probabilmente nel timore che un eventuale sì all’odg del centrosinistra suonasse come un pressing sul governo a inserire nel futuro Reddito di cittadinanza gli stranieri presenti in Italia da meno di dieci anni.
Le prove generali della tenuta del contratto Lega-M5S si sono svolte negli ultimi due giorni di aula dell’Assemblea legislativa della Regione, dove il Reddito di solidarietà è diventato il simbolo politico, seppur tecnicamente diverso dal Reddito di cittadinanza, della difficoltà di tenere insieme due posizioni che, almeno in questa regione, sembrano lontanissime. La Lega non vuole dare risorse agli stranieri attraverso il Reddito di solidarietà e l’ha ribadito anche con il voto contrario di ieri; il Movimento 5 Stelle al piano povertà di Viale Aldo Moro ha detto sì, perché lì dentro c’è anche il Reddito di solidarietà che ha recepito le indicazioni arrivate proprio dai grillini in un lavoro di cesello a braccetto con il Pd durato due anni.
Quando c’è stato da dare il via libera all’odg squisitamente politico del Pd, in cui veniva messa nero su bianco la richiesta a Roma di adottare provvedimenti anti povertà «con portata universalistica», si è aperto un capannello tra le due sponde emiliane dell’asse di governo romano. E i pentastellati, dopo l’impasse iniziale e le consultazioni fitte in aula con la Lega, hanno trovato una sintesi (per così dire) con i colleghi del Carroccio. Al momento del voto i consiglieri del M5S sono usciti dall’aula, mentre quelli della Lega sono rimasti per votare contro. Quindi Lega e M5S hanno firmato insieme un ordine del giorno alternativo a quello approvato dai Dem, in cui sollecitano la «rapida approvazione del Reddito di cittadinanza nazionale» in mano al Parlamento e al governo.
In una nota ieri il consigliere regionale dei 5 Stelle, Andrea Bertani, ha attaccato quella che considera «una strumentalizzazione indegna del Pd» sul Reddito di cittadinanza. Quel partito inizialmente «sosteneva che si trattasse di un provvedimento irrealistico, demagogico, populista. Oggi sembrano tutti paladini del Reddito di cittadinanza. Ma quello è un provvedimento serio che non può essere oggetto di una strumentalizzazione di così bassa caratura politica». Ma sul Reddito di cittadinanza, che in base al contratto di governo sarebbe destinato ai soli cittadini italiani (dove per cittadini italiani si intendono anche gli stranieri che vivono in Italia da almeno dieci anni), i grillini emiliano-romagnoli
Avanti e indietro Leghisti e pentastellati hanno votato disgiunti, per poi «riavvicinarsi» su un odg
L’accusa ai Dem Secondo il grillino Bertani «è in corso una strumentalizzazione indegna del Pd»
ieri sono rimasti vaghi. «Il Reddito di cittadinanza avrà delle limitazioni, come delle limitazioni sono del resto previste dal Reddito di solidarietà. Poi ci sarà una discussione in Parlamento». «Staremo a vedere — dice anche la grillina Giulia Gibertoni — speriamo ci siano le risorse per rendere le misure più ampie possibili e per sostenere chi è in una situazione di bisogno».
La Lega in Regione non ha dubbi. «Il Reddito di cittadinanza — dice il capogruppo del Carroccio, Alan Fabbri — è diverso dal Reddito di solidarietà che non votiamo, perché dà il 45% delle risorse agli stranieri. Stiamo parlando di due cose diverse, ma noi contributi a pioggia agli immigrati non li daremo». E Il collega Massimiliano Pompignoli rincara la dose: «Sul nostro territorio le distanze su questo tema ci sono. Il passo indietro sugli stranieri lo devono fare i 5 Stelle, noi non lo faremo».