Basket City nel pantano degli allenatori
Dopo la rinuncia a Trinchieri, la Virtus chiama Banchi. Tanti nomi, Dalla Salda e Martelli riflettono Poz verso l’addio, l’idea nuova per la Fortitudo è Lamma. Per la A ci saranno tre posti-promozione
Una panchina e mezzo da occupare, praticamente due perché la voglia della Fortitudo di ripartire andando oltre Gianmarco Pozzecco non è un segreto per nessuno, e zero nomi davvero vicini a firmare. Basket City sa che dagli allenatori si comincia per costruire e vincere, ma l’attesa sarà lunga. E per qualcuno lo è già stata troppo, in Virtus. Potendo giocare d’anticipo, sfruttando un obiettivo individuato da tempo, in queste ore il club s’aspettava di sventolare firme e annunci. Nulla di fatto. E la Effe, fresca della disastrosa — più nei modi, che nell’esito — uscita in semifinale cerca di dare una risposta immediata alla necessità di riprovarci sapendo che l’anno prossimo le promozioni saranno tre e fallire ancora aprirebbe processi ben più virulenti. Eppure, ancora molta nebbia separa Alessandro Dalla Salda e Christian Pavani dal nome dei nuovi allenatori. Orfana di Andrea Trinchieri, che aveva tempi biblici non assorbibili dall’agenda della Virtus, chi pronosticava un immediato piano B è rimasto deluso. Questo è il tempo di nuove riflessioni, aperte anche dall’improvviso approdo sul mercato di Luca Banchi in uscita dal Bamberg. È un calibro che corrisponde all’identikit steso dal club: profilo internazionale e vincente, full time e quindi senza impegni con le nazionali. Aggiungiamo: sta nel gruppo dei papabili ben noti (l’evaporato Trinchieri, e gli ancora possibili Sale Djordjevic e Sergio Scariolo che mollerà la panchina della Spagna a Txus Vidorreta) e soddisfa la fame della piazza, già piccata dal fatto che Trinchieri non si sia subito tuffato a firmare in via dell’Arcoveggio. Accontentare tutti sarà difficile: con la proprietà ricca di Massimo Zanetti e quella V sul petto, una fetta di tifoseria ragiona come ai tempi della Kinder vincitutto ma lo scenario è molto cambiato. L’offerta bianconera, per quanto buona, non è la più allettante del mazzo. Si capirà, da questa scelta, anche l’equilibrio dei poteri nella società dove regnano i buoni propositi ma dove pure ogni consigliere ha le sue idee e i suoi favoriti. Staccato, per ora, c’è pure Maurizio Buscaglia di Trento: impegnato in finale scudetto, possibile che quando finirà la Virtus ancora non abbia un coach. Lui, come altri nomi a sorpresa, non sono da escludere. Sulla Fortitudo, invece, sembra salire la candidatura di Davide Lamma che ha sufficiente fortitudinità per piacere e nell’anno di gavetta a Mantova ha maturato l’esperienza del debutto in panchina. Dire che costruire in un ambiente umorale come quello biancoblù è complicato è tautologico, chi lo conosce forse sa districarsi meglio. Certo, sa anche lui di non essere un big come lo fu Matteo Boniciolli o lo sarebbero Max Menetti e Alessandro Ramagli. Se basterà dipenderà anche dalla prova di Marco Carraretto, chiamato a costruire una squadra più solida, allenabile ed efficace. Per ora, insomma, Basket City è nel pantano.