«Big Fish», Marconi porta in scena Burton
Al Duse il musical ispirato all’omonimo film del regista
Quando Saverio Marconi presentò a Bologna il suo nuovo musical, Big Fish, in scena al Teatro Duse stasera e domani in prima assoluta (ore 21, info 051/231836), dichiarò che fu molto aiutato dal rapporto che aveva avuto con suo padre. Oltre, naturalmente, che dal fortunato film di Tim Burton del 2003 a cui il musical si ispira (molto più che al romanzo omonimo di Daniel Wallace da cui fu tratto). Questa «magia di una favola», come recita il sottotitolo, seconda proposta di A Summer Musical Festival, prodotto dalla Bernstein School of Musical Theater, è l’affascinante storia di un rapporto complicato e conflittuale tra genitore e figlio Will. Il problema di Will è che a un certo punto non capisce se la vita di suo padre Edward Bloom, commesso viaggiatore, sia stata davvero costellata di episodi tanto fantastici tra streghe, giganti, sirenette, fino al mirabolante racconto di un grande pesce che nessuno aveva mai catturato tranne lui, proprio nel giorno della nascita del figlio. Starà a lui, una volta adulto e deluso dai racconti irreali del padre, scoprire la verità di questo commesso viaggiatore ormai malato e prossimo alla fine e distinguere finalmente la fantasia dalla realtà accettando la sfrenata fantasia del padre come un dono prezioso. «Mi ha affascinato questa favola – le parole del regista – perché ha raccontato un rapporto particolare tra padre e figlio pieno di fascino, fantasia ed emozione, e le musiche di questo musical danno la giusta energia alla storia». La composizione di Andrew Lippa, con la direzione musicale di Shawna Farrell, sottolinea la dimensione fantastica del racconto, con melodie che variano dai toni delicati e sognanti ad altri più ritmati, mentre le canzoni che riflettono i colori musicali radicati nella cultura blues e country (del resto siamo in Alabama) ne risaltano le vicende. Come le coreografie di Nadia Scherani, sempre a favore della storia, fluida anche se dentro molti quadri. I momenti più spettacolari sono comunque quelli corali, come «Alabama stomp» in cui il battito dei piedi diventa una specie di rituale giocoso per risvegliare i pesci, o il numero del tip tap nel secondo atto su «Rosso, bianco e tu», tra patriottismo americano e i ricordi del bizzarro Edward. Giganti, streghe e sirenette compaiono ovviamente anche in questo allestimento, mentre i costumi evocano gli anni ‘50. Il cast è formato da allievi della Bsmt.