Corriere di Bologna

«Lega casta? Decisivi i vitalizi Fuori dal contratto liberi tutti»

Piccinini: in caso di ballottagg­io a Imola non daremo indicazion­i di voto

- di Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

” Un accordo era imprescind­ibile Se avessimo potuto avremmo governato da soli, ma questa legge ce l’ha impedito

Tutto all’improvviso: il governo, i primi addii, il possibile ribaltone a Imola e il vento in poppa che spinge a guardare alle Regionali del 2019. Ma serve cautela ed equilibrio per gestire questa anomala situazione che vede M5S e Lega alleati a Roma e in Regione votare ognun per sé sul reddito minimo. «È normale. Fuori dal contratto di governo ognuno ha la sua posizione». Silvia Piccinini non si scompone, guai a farlo proprio ora.

È la capogruppo del M5S in viale Aldo Moro, tocca a lei tenere compatta la squadra in questa traversata in mare mosso. «Tra la base il consenso verso il governo è molto forte — dice —. Viviamo tutti questa fase come la possibilit­à di fare qualcosa di buono per i cittadini». Non tutti a dire il vero. I malumori sui social non saranno maggiorita­ri ma sono evidenti. Se n’è fatta portavoce la consiglier­a comunale Dora Palumbo, che ha sbattuto la porta attaccando i suoi ex compagni di strada, rei di aver fatto i patti con la «casta». «Un accordo con una forza era imprescind­ibile — scuote la testa Piccinini —. Certo, se avessimo potuto, avremmo governato da soli, ma questa legge elettorale ce l’ha impedito. Staremo a guardare come si comporterà la Lega, se sarà disposta a cambiare i vitalizi, e a portare avanti battaglie contro la casta presenti nel contratto e che quindi vanno rispettati».

L’alleanza non entusiasma, pare chiaro dalle sue parole, ma non per questo ha ragione chi, come Palumbo, «non ha nemmeno concesso il beneficio del dubbio». Certo l’anima più a sinistra dei 5 Stelle, che in Emilia-Romagna non è minoritari­a, dovrà digerire bocconi amari, come le frasi del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana sui gay che Piccinini definisce «arcaiche». Proprio lei in questi giorni è al lavoro su una legge contro l’omofobia e sa già che i colleghi di banco della Lega mai la voteranno. «È una legge giusta e quindi noi andiamo avanti. Noi e Lega ci divideremo lo so. Ma in futuro magari voteremo assieme provvedime­nti sulle piccole e medie imprese».

Perché dove non c’è contratto c’è il liberi tutti. Poi però ci sono le urne a imporre

Domenica puntiamo a vincere e amministra­re da soli Da lì in poi possiamo pensare a vincere anche le Regionali

disciplina, come quelle che si chiuderann­o domenica notte a Imola e che probabilme­nte porteranno al ballottagg­io tra il Pd da una parte e M5S o centrodest­ra dall’altra. Il capogruppo regionale della Lega Alan Fabbri ha già promesso di votare i 5 Stelle nel caso toccasse a loro sfidare i dem. Piccinini però non ricambia la cortesia. «Nel caso non daremo indicazion­i di voto. Il voto non è nostro ma del cittadino, anche a Imola». Non solo, la capogruppo M5S non vuole sentire parlare nemmeno di un contratto di governo in chiave locale se mai si andasse al secondo turno. «Noi a Imola — insiste — puntiamo a governare da soli». Perché se si passa nell’ultima roccaforte dem in Emilia-Romagna, «allora dopo possiamo pensare a vincere anche le Regionali».

Ma a quel punto la partita sarà così grossa che i vertici nazionali dei due partiti non potranno fare finta di nulla e dovranno decidere il da farsi. Tempo al tempo. «Al momento non è previsto niente — è cauta Piccinini —. Intanto governiamo. Poi si vedrà».

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Compatti La consiglier­a Piccinini con Bugani per protestart­e contro il Passante

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