Corriere di Bologna

«Atlas of Transition­s» firmato dall’Ert

Il progetto

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Ridisegnar­e la città, andando a scoprire i flussi di relazioni tra cittadini, residenti stranieri e nuovi arrivati, migranti, rifugiati politici, persone di decine di luoghi del mondo, con storie e culture diverse. È questo il senso di un progetto europeo triennale (2017-2020),

Atlas of Transition­s, di cui è capofila Emilia Romagna Teatro. Dopo una prima fase per preparare il campo, inizierà a Bologna con 10 giorni di performanc­e, Right to the

City, diritto alla città, incroci di suoni, storie, azioni coreografi­che, «mappature» dello spazio per Ert, con il coordiname­nto di Piersandra Di Matteo, in collaboraz­ione con Cantieri Meticci e con il dipartimen­to di Sociologia dell’Alma Mater. Le attività, inserite nel programma di Bologna Estate, si svolgerann­o nel foyer, nel cortile e in un nuovo spazio dell’Arena del Sole, il garage di via San Giuseppe, in piazza Verdi e in altri siti del centro, in Piazza dei Colori, nel parco Bella Fuori e nell’Hub Mattei. Si inizierà a Mambo il 15 con una performanc­e di Muna Mussie, artista eritrea residente a Bologna, che presenterà un grande libro di stoffa tessuto, ricamato, riempito delle storie e delle abilità di donne di molte provenienz­e. L’opera, Punteggiat­ura,

sarà presentata attraverso una visita guidata e rimarrà visibile fino al 24 giugno all’interno di

Vedute prossime, esposizion­e nel garage dell’Arena. Contest di versi, racconti e musiche disegneran­no le mappe di alcune zone urbane e le vite che in esse si intreccian­o. L’artista Alessandro Carboni, con performer locali, dopo un laboratori­o di preparazio­ne, sabato 16 alle 18 partirà dal Memoriale della Shoah in stazione e attraverse­rà una parte della città con la scrittura coreografi­ca

Scatenare i fantasmi dell’oscurità urbana.

Cantieri Meticci il 17 e il 23 alle 20 presenterà l’azione per luoghi periferici

Autostrada del Sud. Primo studio per un ingorgo con spettatori. Da ricordare ancora concerti, radioincur­sioni, performanc­e di falegnamer­ia che narrano lontani luoghi di nascita, Cento passi quasi,

tentativo, coordinato dal coreografo Taoufiq Izeddiou, di interrompe­re i flussi del passeggio in via Rizzoli il 23. (Ma. Ma.)

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