«UlisseFest», il viaggio La kermesse a Rimini
Una quarantina appuntamenti fino a domenica
Èconsiderato lo scrittore che più di ogni altro ha saputo raccontare le mille anime dell’Irlanda contemporanea. Roddy Doyle è ormai popolarissimo anche in Italia, per i suoi romanzi soprattutto, ma anche per i film che ne sono stati tratti e per la sua produzione di libri per ragazzi. Lo scrittore di Dublino, che un mese fa ha compiuto 60 anni e che ha a lungo insegnato inglese e geografia a scuola, oggi arriva a Bologna, alle ore 18,30 in Piazza Verdi. A lui si deve cosiddetta «trilogia di Barrytown», in seguito portata sullo schermo da Alan Parker e Stephen Frears, che comprende «The Commitments», «Bella famiglia!» e «Due sulla strada». Doyle è sempre stato coinvolto nella sceneggiatura dei film tratti dai suoi libri e per «The Van» ne è anche diventato produttore. Lo scrittore, che ha vinto il Booker Prize nel 1993 con Paddy Clarke ah ah ah, è anche autore per il teatro e la tv. Nel suo ultimo romanzo, «Smile», in Italia edito come al solito da Guanda, il protagonista è Victor Forde, 54 anni, un matrimonio fallito e una carriera di giornalista mai decollata, che ogni sera affoga l’amarezza al pub Donnelly’s. Dove incontra il rozzo e sfacciato Ed Fitzpatrick, un ex compagno di scuola che è in tutto e per tutto il suo opposto, ma che si rivelerà essergli molto più vicino di quanto si possa credere. Soprattutto per via di un evento particolarmente grave avvenuto durante l’infanzia di Victor, ragazzino timido e introverso al centro degli scherzi dei coetanei e oggetto di attenzioni poco opportune da parte di un insegnante. A proposito del rapporto con il suo Paese, di recente Doyle ha ammesso che «trent’anni fa era una vita di continue piccole battaglie. Ora sono più a mio agio, felice di definirmi irlandese, ma magari è solo per via dell’età, forse mi sono arreso».
«Rimini è una città simbolo di così tanti cliché che talvolta si rischia di non vedere la sua vera natura. Fresca e genuina, è in costante equilibrio tra l’edonismo delle sue spiagge, delle sue notti, dei suoi sapori e una storia antica che fa capolino dal centro storico, con tutta la bellezza dei resti romani e la ricchezza dei musei. E questo destreggiarsi tra antitesi diventa anche temporale, con un passato reso mitico dal più grande cantore della città, Federico Fellini, ma anche un presente vivo». Così la Lonely Planet, celebre casa editrice australiana che pubblica guide turistiche di tutto il mondo, circa 600 quelle disponibili al momento, descrive Rimini. E la città romagnola, che la Lonely ha eletto prima meta europea di viaggio in Europa di quest’anno, ringrazia accogliendo un’autentica festa dedicata al viaggio, UlisseFest, che sino a domani ospiterà una quarantina di incontri e grandi viaggiatori. Il tema di questa seconda edizione è Al di là del mare, in omaggio alla Rimini meno conosciuta dai viaggiatori, quella del centro storico e dei suoi contenitori culturali. La maggior parte degli appuntamenti, infatti, si svolgerà tra il cinema Fulgor e il teatro degli Atti, con incursioni anche al Grand Hotel e nella zona di piazzale Kennedy. Tra gli ospiti Tony Wheeler (nella foto), il settantunenne ex ingegnere e progettista di auto fondatore di Lonely con la moglie Maureen, che stasera alle 21 sarà al Cinema Fulgor. E poi lo chef Massimo Bottura, Niccolo Ammaniti, Paolo Giordano, Roberto Paci Dalò, Giuseppe Culicchia, Cristiano Cavina, Marco Berry, la brasa band di Boban Markovic´ Orkestar e i djset che animeranno il lungomare dalle 19 a tarda notte. «Il viaggiatore oggi — secondo Angelo Pittro, direttore Lonely Planet Italia — è sempre di più alla ricerca di qualcosa di intatto, di non rovinato, di esperienze. Di informazioni ne può trovare tante, ma quello che fa la differenza è la competenza di chi le fornisce». Gran finale domani sera alle 21,30, al Teatro degli Atti, con lo spettacolo Da questa parte del mare con Giuseppe Cederna, tratto dal libro di Gianmaria Testa. Programma completo su www.ulissefest.it.