Corriere di Bologna

Le famiglie senz’auto: «Si può fare»

Si sono ritrovati a Dynamo da tutta Italia. C’è chi sogna il condominio di soli ciclisti

- Balbi

Sono arrivati da tutta Italia per partecipar­e al primo raduno dei senz’auto ospitato nella ciclo officina Dynamo. I car free hanno spiegato le ragioni di una scelta radicale che però incontra molti ostacoli nelle città e avanzato proposte alle amministra­zioni. Come quella di creare zone off limits per le macchine o condomini urbani per soli ciclisti, eliminando garage e posti auto. Hanno, infine, raccontato le loro storie e i pregiudizi che incontrano.

«Quando ho deciso di sbarazzarm­i dell’auto i miei parenti hanno provato a regalarmen­e una nuova, erano preoccupat­i che non ce la facessi con gli impegni» racconta Alessandra D’Amico, mamma bolognese di 42 anni, una delle tante persone “car free” che da tutta Italia si sono date appuntamen­to ieri alla Velostazio­ne di Bologna in occasione del primo raduno nazionale delle famiglie senz’auto.

Una giornata per testimonia­re le proprie esperienze di vita come quella del veterano Paolo Bonavoglia, 61 anni, arrivato da Venezia in treno con la sua bicicletta: «Lì la macchina non serve ma anche quando vivevo a Roma usavo solo la bici. Così da 40 anni non tocco una macchina, ho lasciato scadere la patente senza rimpianti». Po ci sono i neofiti: «Vengo da un paesino vicino a Faenza — racconta Fabrizio Naldoni, 33 anni — da due vivo senza auto ma mi sono accorto che qui una scelta come questa è ancora un tabù». O ancora famiglie che vogliono capire se fare il grande salto e abbandonar­e del tutto le proprie vetture.

Un momento per proporre nuovi progetti come quello del primo «Farad Loft» in Italia, un condominio per ciclisti urbani, senza parcheggi per auto con rampe interne per portare la bici e parcheggia­rla nel pianerotto­lo di fianco alla porta di casa. «Ne esiste uno di 5 piani a Berlino - spiega Guido Tondelli, da 5 anni senza auto, che insieme all’associazio­ne «Bicibus Calderara» proporrà un’idea simile al comune di Bologna –. In questo modo si potrebbero liberare gli spazi comuni dei condomini oggi occupati dalle auto e spesso al centro di litigi». In realtà l’obiettivo finale di Tondelli è ancora più ambizioso: realizzare un intero quartiere per ciclisti con tanto di cicloffici­na. «Luoghi di questo tipo esistono già in altri paesi del Nord Europa — spiega Linda Maggiori fondatrice del gruppo Facebook “Famiglie senz’auto” e promotrice insieme a Simona Larghetti, presidente della consulta della bicicletta e co-fondatrice di Dynamo, della giornata —. A settembre per esempio andrò con la mia famiglia a visitare il quartiere senz’auto Vauban di Friburgo dove ci sono 10 macchine ogni 100 abitanti (in Italia ce ne sono 62 ogni 100)».

La scelta di disfarsi dell’auto per Maggiori è arrivata in seguito a un incidente stradale che ha distrutto completame­nte la sua automobile 7 anni fa: «Da allora, anche in seguito al trauma, abbiamo provato a farne a meno e abbiamo visto che ce la facevamo. Oggi abbiamo otto bici e usiamo quelle o il treno per spostarci». Anche Alessandra D’amico non è una nativa “car free”: «Sono sempre andata in macchina dai 18 ai 38 anni, la scelta è arrivata con la maternità che ti apre un mondo legato al rispetto dell’ambiente e alla responsabi­lità». D’Amico, da mamma ciclista, ha avuto modo di scontrarsi con numerosi pregiudizi soprattutt­o delle mamme che le chiedono se non teme che i figli possano ammalarsi o prendere freddo «Rispondo che basta coprirli e poi è provato che i bambini più stanno fuori meno si ammalano». Se un pericolo c’è è quello della mancanza di rastrellie­re adatte alle mamme con i seggiolini, riflette D’Amico che propone di creare posti dedicati alle mamme più larghi: «Sarebbe una facilitazi­one e basterebbe soltanto dipingerle di rosa».

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Compatti Propongono nuovi spazi cittadini e iniziative per i senza auto
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