Caos alleanze, a Imola gialloverdi divisi
Al secondo turno storica sfida tra due donne: Cappello del Pd e la pentastellata Sangiorgi che non piace a FI. I Dem cercano nuovi accordi La candidata M5S critica Salvini, la Lega lascia mani libere. Ma Bugani lavora per un accordo: «Convergenze»
Si complica terribilmente il quadro per un’alleanza giallo-verde al ballottaggio ad Imola che vedrà la sfida tra la candidata del Pd Carmen Cappello e quella dei Cinque Stelle Manuela Sangiorgi.
La candidata grillina attacca Salvini sull’immigrazione e i vertici della Lega Carlo Piastra e Jacopo Morrone mettono le mani avanti: «Nessuna alleanza al secondo turno, lasceremo libertà di voto». Durissima Forza Italia: «Non potremo mai dare indicazione per il voto ai Cinque Stelle, ci insultano ogni giorno». Ma, anche se la strada è stretta, qualche tentativo di convergenza, come auspicato da Massimo Bugani dei Cinque Stelle, si tenterà.
Il prossimo sindaco di Imola sarà una donna e verrà scelta al ballottaggio tra la candidata del Pd, Carmen Cappello che ha sfiorato il 42% al primo turno e quella dei Cinque Stelle, Manuela Sangiorgi che ha preso il 29%. La città del Santerno è un test importante per la prossima sfida delle regionali perché il ballottaggio sarà una prova della possibile convergenza tra Lega e Cinque Stelle che consentirebbe di espugnare la città rossa. Ieri il coordinatore regionale grillino Massimo Bugani ha esultato per il risultato raggiunto e ha fatto sapere che «è facile immaginare una convergenza» al secondo turno pur ammettendo che non sarà facile. Ma potrebbe tornare Di Maio per il ballottaggio. Però in poche ore la possibile alleanza giallo-verde sembra già essere scoppiata. Primo: la candidata dei Cinque Stelle, Manuele Sangiorgi ha criticato il Salvini sulla vicenda Acquarius e sull’immigrazione («Le persone non sono merci e non possono essere trattate come oggetti»), non certo un buon viatico per aprire il dialogo in città. E soprattutto la Lega ci tiene a salvaguardare l’alleanza di centrodestra e al secondo turno non si schiererà. «Non daremo indicazioni di voto ai nostri elettori» ha fatto sapere ieri il coordinatore provinciale della Lega a Bologna, Carlo Piastra. Ancora più duro l’affondo di Forza Italia: «Mi sembra evidente — ha chiarito il coordinatore regionale Massimo Palmizio — che non potremo mai dare indicazioni di voto ai nostri elettori sui Cinque Stelle, un movimento che ci continua ad insultare». Forza Italia è andata male alle elezioni e si è fermata al 3,75% ma al turno di ballottaggio tutto sarà importante, anche poche migliaia di voti. Per una ragione semplice: il terzo arrivato, il candidato del centrodestra Giuseppe Palazzolo, ha preso il 23% e se tutti i suoi elettori votassero per i Cinque Stelle ci sarebbe il sorpasso. Se invece il fronte si rompe può farcela il Pd. Che può recuperare un altro 3% a sinistra con i voti che al primo turno sono andati a Filippo Samachini. Ieri sera si sono riuniti e oggi decideranno sull’eventuale sostegno a Cappello al secondo turno.
Naturalmente il discorso di un’alleanza organica per il secondo turno, che però creerebbe molti problemi alla tenuta dell’alleanza di centrodestra, non è da escludere completamente. Ad esempio il candidato sindaco del centrodestra Giuseppe Palazzolo è meno categorico: «Vedremo, prima ci dobbiamo riunire, possibile che arriveremo alla conclusione di non dare indicazioni di voto ma sono abituato a prendere decisioni condivise». Lo spazio però è molto stretto anche a giudicare dalle parole nette pronunciate ieri dal segretario della Lega in Romagna, Jacopo Morrone: «C’è un contratto a livello di governo ma non ci sono accordi amministrativi a livello locale con i Cinque Stelle. Ne parleremo ma l’intenzione è di lasciare liberi i cittadini senza dare indicazioni di voto, non faremo alcun accordo».
Potrà sembrare paradossale ma visti i tempi che corrono ieri il Pd ha tirato un sospiro di sollievo. Ha vinto in nove dei sedici piccoli Comuni dove si è votato in Emilia ed è al
Merola ai grillini: sono diventati la corrente esterna della destra Gualmini: M5S rischia
ballottaggio a Salsomaggiore ed Imola e questo ha fatto dire al segretario dem dell’Emilia, Paolo Calvano che «il partito ha saputo reagire» ed ottenere «un buon risultato». Naturalmente il giudizio finale si potrà dare dopo il turno di ballottaggio di Imola però. Anche per il sindaco di Bologna, Virginio Merola quello ottenuto nella città del Santerno è un buon risultato. Molti gli attacchi ai Cinque Stelle. Per il sindaco «sono diventati la corrente esterna della destra anche da queste parti». Mentre per la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini il Movimento «rischia grosso perché può essere visto come una corrente della Lega». Una cosa è certa: tra due settimane ad Imola sarà una giornata politicamente caldissima.