Corriere di Bologna

Le diverse campane e gli ospedali della vita

- di Gabriele Bronzetti

Un paziente entra in ambulatori­o dopo aver girato diversi ospedali, per sentire un’altra campana. Chi dice di operare subito, altri che aspettereb­bero. Penso ai format televisivi tipo 4 ristoranti e 4 hotel. Gli ospedali sono sempre più aziende che vendono il prodotto salute, il più importante, e tuttavia si vuole star bene per mangiare e viaggiare e si vuole mangiare e viaggiare per stare bene. Il paziente non entra (cosciente) in sala operatoria così come il cliente non entra in cucina. Giudica il prodotto da quello che vede. L’ambulatori­o, il saperci fare, la scelta di esami, l’onorario, l’attesa, vale a dire location, servizio, menù e conto. Chi si appresta a una disciplina, più precisamen­te a un servizio, deve sapere che la forma è sostanza. C’è un preciso galateo che riveste la conoscenza profonda di un mestiere e non fa sconti. Neanche il padreterno in persona potrebbe dir messa in calzoni corti e canottiera. La formula “4 …” ben si presta ad una versione sanitaria. Nelle puntate più riuscite emergono servi veri capaci di equanimità e senso autocritic­o, umiltà ed empatia. Sanno denudarsi e mettersi in gioco quando una maschera parla più del volto vero. Sanno immedesima­rsi con onestà passando dall’altra parte, quando il massimo dell’onestà è sembrare ciò che si è. Quando apriamo quella porta a borghesi e barbieri è perché la campana suona per noi.

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