Analisi molecolari e futuro delle terapie adiuvanti
Siamo abituati all’idea che i trattamenti terapeutici debbano essere somministrati solo alle persone sicuramente affette da una patologia, evitando quindi di trattare chi non manifesta segni di malattia. Ma contro le metastasi questa strategia non funziona: se aspettiamo che siano evidenti, diventa molto difficile curarle. Negli anni 60-70 alcuni medici italiani e americani hanno rivoluzionato l’oncologia introducendo il concetto di terapia adiuvante: consiste nel proporre una terapia a tutti coloro che, dopo la rimozione chirurgica del tumore, hanno un elevato rischio di sviluppare in futuro metastasi. Parliamo quindi di rischio e non di certezza, perché inizialmente non riusciamo a distinguere chi ha effettivamente metastasi in agguato da chi invece non le ha. Diventa quindi fondamentale perfezionare la stima del rischio individuale. Un recente studio su 10.000 donne affette da tumore del seno ha dimostrato che l’analisi dei geni espressi dalle cellule tumorali permette di individuare le donne a basso rischio di metastasi, evitando loro la chemioterapia ed i relativi effetti collaterali. Ci attendiamo che in futuro saranno sempre più numerose le analisi molecolari che, unite ai dati clinici e allo studio al microscopio, permetteranno di migliorare sempre più la precisione delle terapie adiuvanti.
*Commissione Consultiva Strategica