Corriere di Bologna

«Il mio ufficio non ha tetto Sono il primo della famiglia e non tornerei mai indietro»

Alessandro Zanardi, 24 anni

- B. F. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«O” All’inizio mi hanno aiutato i miei genitori e la Coldiretti, che mi ha seguito per i bandi: da solo non ce l’avrei mai fatta, troppa burocrazia

gni giorno ho la possibilit­à di lavorare in un ufficio senza tetto: è stupendo». Non ha dubbi Alessandro Zanardi, 24enne di origine trentina che da tre anni, dopo il diploma in agraria e la laurea in enologia all’Università, trascorre le sue giornate tra Monte San Pietro e Montebudel­lo. È in queste località che si trovano i 30 ettari complessiv­i gestiti in affitto dalla sua azienda vitivinico­la e che produce vino dei Colli Bolognesi. «In famiglia nessuno si è mai occupato di agricoltur­a, ma è sempre stata la mia passione — racconta —. All’inizio, per l’acquisto di mezzi e di attrezzatu­re, mi hanno ovviamente aiutato i miei genitori e la Coldiretti, che mi ha seguito per la partecipaz­ione ad alcuni bandi: da solo non ce l’avrai mai fatta, troppa burocrazia — continua —. I primi due anni non ho venduto nulla, ho solo messo le mani in pasta e fatto degli esperiment­i. Bisognava capire il più possibile come svolgere al meglio questo lavoro. Adesso invece ho una mia etichetta sul mercato e nell’ultimo anno ho prodotto poco meno di 5.000 bottiglie di vino. Non sono tantissime, è vero, ma ci vuole del tempo. Per ora non ho dipendenti, sono da solo, quindi i risultati arriverann­o piano piano». Nel frattempo non mancano anche altri progetti per il futuro. Appena ci saranno nuovi bandi utili, «mi piacerebbe costruire una cantina. E sto anche pensando di piantare dell’erba medica. Non ho molto tempo per dedicarmi a coltivazio­ni che richiedono maggiori attenzioni — continua il giovane — e le nostre colline si prestano bene a piante del genere. Basti vedere il fieno, è di altissima qualità. È per queste ragioni che non mi dispiacere­bbe affacciarm­i anche a questo settore, ma si tratterebb­e comunque di una parte marginale dell’azienda. L’obiettivo principale è crescere ed espandere il lavoro su viticoltur­a e trasformaz­ione in vino, un prodotto mio e per il quale ci metto la faccia. È quello che ho sempre voluto». Alessandro non teme di dover avere un piano B nel caso le cose andassero male: «Mai contemplat­o. Sono soddisfatt­o del mio lavoro e non lo cambierò mai».

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