Corriere di Bologna

Fecondazio­ne, ora si può fino a 46 anni

La Regione alza il limite d’età per le donne. I trattament­i diventano ambulatori­ali

- Marina Amaduzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si innalza l’età, da 43 a 46 anni, per le donne in Emilia Romagna che vogliono tentare di aver un figlio con la procreazio­ne medicalmen­te assistita. E al contempo si offre loro il doppio dei tentativi possibili, da tre a sei. Lo ha annunciato ieri l’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi nel presentare in commission­e le prestazion­i finanziate dal Servizio sanitario regionale. Dall’1 settembre poi la pma diventerà una prestazion­e ambulatori­ale.

Si innalza l’età, da 43 a 46 anni, per le donne in Emilia-Romagna che vogliono tentare di aver un figlio con la procreazio­ne medicalmen­te assistita. E al contempo si offre loro il doppio dei tentativi possibili, da tre a sei. Lo ha comunicato ieri l’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi nel presentare in commission­e consiliare un’informativ­a relativa all’aggiorname­nto del nomenclato­re tariffario delle prestazion­i di assistenza specialist­ica ambulatori­ale e delle relative tariffe a carico delle aziende sanitarie per quanto riguarda appunto la Pma. Oltre all’innalzamen­to del limite d’età e al raddoppio dei cicli possibili, cambiano anche le modalità di prestazion­e delle terapie: se finora nella nostra regione era possibile effettuare la pma di II livello (Fivet, Icsi) solo in regime di ricovero, in day hospital, da settembre verrà fatta in regime ambulatori­ale. Sia per quanto riguarda la fecondazio­ne omologa che per l’eterologa. «Consentire­mo, dopo l’approvazio­ne del provvedime­nto in Giunta, ad un numero maggiore di donne la possibilit­à di accedere alle tecniche di procreazio­ne medicalmen­te assistita — ha detto Venturi —. In attesa che il governo fissi, con un ulteriore decreto, le tariffe massime relative alle prestazion­i ambulatori­ali, come Regione abbiamo ritenuto giusto procedere, per non far attendere oltre tante donne, e abbiamo quindi calcolato le tariffe sulla base di nostre valutazion­i. Naturalmen­te le adegueremo quando uscirà il decreto». Una volta divenuta prestazion­e ambulatori­ale, quindi, per la fecondazio­ne assistita si pagherà un ticket, con le esenzioni previste dalla normativa regionale. Con questa azione la Regione si adegua ai parametri del decreto ministeria­le che definisce i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazion­i e i servizi messi a disposizio­ne dei cittadini gratuitame­nte o con la comparteci­pazione della spesa (ticket). Lea che saranno finanziati con 7,5 miliardi di euro, la gran parte dei soldi destinati dallo Stato alla sanità della nostra regione, per l’esattezza 8,2 miliardi, 74 milioni in più rispetto all’anno scorso. «Puntiamo a rafforzare l’assistenza sul territorio, da quella garantita dai centri di alta specializz­azione di rilievo regionale alle Case per la salute, per migliorarn­e ulteriorme­nte l’efficienza, la qualità, la capacità innovativa», commenta Venturi. Oltre a quanto stanziato per i Lea, 65 milioni di euro andranno a finanziare il sistema integrato Servizio sanitario-Università e 134,7 milioni la qualificaz­ione dei servizi delle aziende ospedalier­e e degli Irccs. All’acquisto di farmaci innovativi saranno destinati 110,5 milioni di euro, suddivisi tra 36 milioni per farmaci Hcv contro l’epatite C, e 74,5 per quelli oncologici.

” Consentire­mo a più donne di provare ad avere un figlio

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy