Corriere di Bologna

Tra ironia e politica «Salvini? Non balla»

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L’estate è alle porte, e la vacanza è già iniziata. Niente pinne e boccaglio, d’altronde a Bologna non c’è il mare. Ma quell’atmosfera da fine scuola, prime gite sui Colli in Lambretta e profumo di tiglio cui assuefarsi dolcemente. Lo Stato Sociale porta la festa di Sanremo in piazza Maggiore, la riempie di gente e fa cantare tutti fino alla fine, quando sul palco sale di nuovo il Piccolo Coro dell’Antoniano per il brano che ha riportato Bologna sul podio del Festival della Canzone italiana. Prima di Una vita in vacanza, Lodo, Carota, Checco, Albi e Bebo si regalano piazza Maggiore, palco ambitissim­o, soprattutt­o per chi sul Crescenton­e ha consumato fin da piccolo le suole delle scarpe.

I5 lasciano l’apertura del concerto al coro Mariele Ventre diretto da Sabrina Simoni. I bambini, vestiti di bianco, attaccano con Il coccodrill­o come fa, intonano Mediterran­eamente (introdotto dalla lettura fatta dalla piccola Violante dei primi versi sui viaggi della speranza in mare) e concludono con

I 12.500 di piazza Maggiore già danzano. La musica de Lo Stato Sociale si mescola da subito con le parole che appaiono alle loro spalle («il 100% di questo pubblico non è rappresent­ato dal governo») o che urlano al microfono. Lodo ricorda quando in questa piazza, ora sold out, giocavano a pallone. E quando a Sanremo «l’unico che non ballava sulle poltrone era Salvini, perché se passi la vita a fare in modo che la gente non entri in casa tua, poi sei il primo a rimanere fuori dalle migliori feste». Nella scaletta del concertone davanti c’è la storica Mi sono rotto il cazzo, con tanto di invettiva contro i neo Bertoncell­i («Non siete Lester Bangs, non siete Carlo Emilio Gadda, si fa fatica a capire cosa scrivete»), e poi un altro cavallo di battaglia della band, C’eravamo tanto sbagliati, che si scaglia contro «chi non rischia mai». Sotto il cielo di Bologna si canta anche Sono così indie e le nuove Fare mattina e Facile. Sullo schermo sfilano le immagini di Renzi, Berlusconi, Gentiloni. Arriva anche la cover de L’avvelenata di Guccini. Il ricordo di Federico Aldrovandi in Abbiamo vinto la guerra e quello per Freak Antoni. Uno dei pochi, prima di loro, ad aver conquistat­o piazza Maggiore. Ovazione.

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