The Clash, Guccini e gli Skiantos Quelle note all’ombra di San Petronio
Piazza Maggiore è la piazza dei padri, che ancora ricordano con le lacrime agli occhi le schitarrate elettriche dei Clash: 1 giugno 1980. Pochi freni e molto punk rock. È la piazza dei nonni, perché non sei di Bologna se non sai che nel 1974 erano in 3o mila ad applaudire Dino Sarti, glorioso baluardo della canzone dialettale che ha tenuto in pugno il Crescentone fino al 1985. Doppiando, dunque, anche i Clash: così si era inaugurata la tradizione del concertone del 14 agosto, voluta dal sindaco Renato Zangheri e interrotta (non senza polemiche) dall’assessore Alberto Ronchi. Nel 2012 sognava i Radiohead, il panico da terremoto gil soffiò la chimera.
Oggi ci sono le misure antiterrorismo e la soprintendenza che, qualche volta, ha ostacolato anche il concerto estivo all star di Radio Bruno. E ci sono i figli e i nipoti che guardano Sanremo ma amano l’indie, e pure i bambini cui una volta era concesso solo lo Zecchino d’Oro e ora passano dal vinile dei Led Zeppelin custodito in una teca nel salotto a Rovazzi fino, appunto, a Lo Stato Sociale. Astuti, loro, nel chiudere il cerchio duettando con il Piccolo Coro. Piazza Maggiore con i suoi palchi pop, insomma, è la bussola dei tempi in mutazione. Se si escludono le commemorazioni del 2 agosto, i concerti di musica classica, l’exploit di Ezio Bosso, ricorrenze come quelle del primo maggio e i 70 anni della Cna nel 2015 (con Francesco De Gregori), ci sono stati Andrea Mingardi e, solo nel 2010 — troppi anni dopo la loro incompresa deflagrazione — gli Skiantos, con quel geniaccio di Freak Antoni: due mondi diversi che hanno esplicitamente raccolto il testimone delle sere ferragostane. Due i concerti collettivi, ma simbolo dell’Emilia musicale votata al cantautorato. Francesco Guccini che festeggia vent’anni di carriera insieme a, tra gli altri, Lucio Dalla, Claudio Lolli e i Nomadi. Era il 1984, giugno, e le cronache raccontano di un mare di spettatori come non se ne vedeva da tempo. Lucio Dalla da solo quel palco non l’ha mai calcato, ma per lui, a un anno dalla morte, Bologna ha pianto, cantando insieme a Luca Carboni, Samuele Bersani e, naturalmente, gli Stadio. Anche a loro Merola offrì la piazza dopo il trionfo sanremese. Non ce l’hanno fatta, troppi impegni. Domenica, invece, arriva l’Orchestra di Mirko Casadei. L’estate è cominciata.