Pensando a Schumann, il recital voce e piano: Aspromonte e Sollazzo
Mignon è una ragazzina. Goethe aggiungerà pochi affascinanti tocchi nel romanzo sull’apprendistato di Wilhelm Meister, poeta in procinto di scoprire l’Italia. Mignon è affetta da una nostalgia infinita per il paese d’origine, quel Sud carico di sole e di limoni che Goethe trasporta in una delle poesie ispirate ad un personaggio che rivela qualche inquietante parentela con la Lolita inventata due secoli dopo da Nabokov. Entrambe le creature alludono ad un mondo tanto desiderabile quanto inaccessibile. Così il bellissimo Requiem für Mignon che Schumann trasse dal romanzo di Goethe non sono forse le esequie di una ninfetta? Mignon, nella finzione letteraria, aveva undici anni. Nove anni aveva Clara Wieck quando per la prima volta entrò nel campo d’attenzione di Schumann. A Mignon Schumann dedicherà non solo un toccante ciclo di Lieder ma anche una pagina pianistica dall’Album per la gioventù. Tutte pagine intrecciate ad altre pagine liederistiche e pianistiche del compositore e assemblate con cura dal soprano Francesca Aspromonte e dal pianista Marco Sollazzo e offerte oggi (ore 21 al Teatro San Carlo di Modena). Il concerto è già un piccolo capolavoro d’intelligenza nell’impaginazione di un programma interamente consacrato a Schumann e dedicato ad una forma musicale – il Lied — colpevolmente assente dai cartelloni di grandi e piccoli istituzioni bolognesi. Il concerto è anche l’occasione per ascoltare un giovanissimo soprano come Francesca Aspromonte che lascia benissimo sperare sul proprio futuro da cantante –e forse anche su quello della musica nel nostro paese dove le istituzioni continuano a difettare di fantasia propositiva. Ecco il caso di una solista capace di imporsi all’attenzione internazionale con titoli di Cavalli o di Scarlatti. Lo ha fatto sotto la guida di Gardiner e Alarcon, in contesti prestigiosi come la Carnegie Hall e il Festival di Aix-en –Provence - sorprende poi scoprire che viva a Bologna. Nel disco intitolato «Prologue» - originalissimo florilegio d’arie dai prologhi delle opere secentesche, inciso con i musicisti del Pomo d’Oro diretti dal violinista Enrico Onofri - si ha una riprova della molte doti di una cantante che affronta ora la sfida del Lied – una forma di recitar cantando dove Schubert o Schumann si svelano non così lontani da Monteverdi per l’attenzione a perfezionare in musica la più alta poesia.