Gogna social, Merola: «La città è con me»
Il sindaco Merola risponde a muso duro agli haters che lo hanno preso di mira sul web per aver criticato la gestione del caso Aquarius. «Solo leghisti inferociti, la maggioranza dei cittadini è come me». Intanto l’arcivescovo Zuppi insiste sulla «solidarietà». E annuncia per ottobre il 32esimo incontro interreligioso.
Le offese non lo hanno sfiorato. Per questo non ha voluto impiegare nemmeno un minuto per commentare gli insulti ricevuti dagli haters del web per aver criticato la gestione dei migranti sull’Aquarius fatta dal governo. Ha fatto di più l’arcivescovo Matteo Zuppi. All’hashtag #portichiusi del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ultimamente va per la maggiore, ha replicato indirettamente con un opposto messaggio: «La solidarietà non ha confini». Cinque parole che sono più di una risposta al clima di questi giorni.
Un messaggio scritto per un’occasione particolare. Pensato per tutti i bolognesi e inviato alla comunità islamica in occasione della fine del Ramadan. «Chiave e metodo della solidarietà è il dialogo, che non è solo una bella virtù ma anche una necessità stringente», ha scritto Zuppi nella sua lettera. «In una città come la nostra, abitata da 60 mila persone di cittadinanza straniera, appartenenti a 149 nazionalità», ossia il 15% dei bolognesi, che rappresentano «una grande risorsa di cultura e umanità». Insomma, il popolo della rabbia sul web è avvisato. Zuppi non fa passi indietro, ma tiene il punto e rilancia. Con il suo stile, con i suoi mezzi. Dal 14 al 16 ottobre, ha voluto annunciare proprio ieri, Bologna ospiterà il 32esimo incontro interreligioso per la pace, lanciato per la prima volta nel 1986 da Papa Giovanni Paolo II. «Sarà anche un momento di festa, poiché la gioia è elemento inseparabile dell’incontro. Lo dimostra anche la tradizione del Ramadan — sottolinea l’arcivescovo — che al digiuno fa seguire un momento di gioia per tutti».
Oltre a Zuppi nel mirino
” Lepore Il vescovo e il sindaco hanno le spalle molto robuste per riuscire ad affrontare i bulli di Facebook
del web è finito anche Virginio Merola. Il sindaco ne ha parlato lungamente in un’intervista a Trc Bologna, l’emittente che ha curato il servizio dal quale sono scaturiti gli insulti online. Che non hanno impressionato più di tanto nemmeno l’inquilino di Palazzo d’Accursio. «Sono vaccinato. Ogni volta che faccio un provvedimento c’è qualcuno che non lo vuole sotto casa sua». In più, è convinto, «questi sono semplicemente dei leghisti inferociti, la maggioranza dei cittadini è con me». E alla capogruppo del Carroccio Francesca Scarano, che su Facebook ha scritto «siamo orgogliosamente disumani se l’umanità vuol dire gestire, come fatto finora, una immigrazione incontrollata», manda un suggerimento. «Misurare le parole, pensare a quello che si dice. Siamo in democrazia e questi termini sono fuori dalla Costituzione».
L’odio sul web verso Zuppi e Merola non è passato in osservato in Comune e ieri due esponenti della giunta hanno voluto solidarizzare con entrambi. «Il vescovo e il sindaco hanno le spalle molto robuste per riuscire ad affrontare i bulli di Facebook», ha detto l’assessore alla Cultura Matteo Lepore. Un social network che «è morto», sostiene, perché «i giovani sono già da un’altra parte», quindi «l’odio ci tocca relativamente». Si è mostrato invece più preoccupato l’assessore al Welfare Giuliano Barigazzi, perché «questa minoranza rumorosa» lascia presagire «un’idea di società che fa un po’ paura».