«No alla Conad vicino a San Pietro»
Da Riccomini a Cervellati, lettera contro il supermercato: la città del cibo dilaga
Urbanisti, storici dell’arte e architetti in rivolta contro il supermercato che nascerà accanto alla cattedrale di San Pietro. L’attacco al progetto arriva con una lettera indirizzata a sindaco e nuova soprintendente. Tra i firmatari l’architetto Cervellati e lo storico dell’arte Riccomini. «La città del cibo dilaga ormai senza ostacoli nella nostra città storica, ci sono spazi che meritano più rispetto». Quindi l’appello alla nuova soprintendente: «Rifiuti il progetto».
«La città del cibo dilaga ormai senza ostacoli nella nostra città storica, occupando anche gli edifici come questo che ha una storia antica tutta intrecciata con la nostra cattedrale». Inizia così, con un attacco alla «città dei taglieri», la lettera aperta di un gruppo di architetti, urbanisti e storici dell’arte al sindaco Virginio Merola e alla nuova soprintendente alle Belle Arti Cristina Ambrosini. Gli esperti non hanno digerito che proprio accanto a San Pietro, dove c’era una banca, «entro un anno nascerà un nuovo supermercato di oltre 650 metri quadrati con uno spazio di ristorazione di altri 300 metri quadrati e probabile estensione anche sulla terrazza in copertura». Un’operazione della catena Conad che aveva annunciato qualche settimana fa l’avvio di una nuova attività in via Indipendenza.
A firmare la lettera-appello sono Pietro Alemagna, Jadranka Bentini, Pierluigi Cervellati, Carlo De Angelis, Anna Maria Matteucci Armandi, Eugenio Riccomini che stigmatizzano il futuro utilizzo di «un nobile edificio di origine quattrocentesca che ospitava prima i canonici della cattedrale e poi il Monte di Pietà, ristrutturato nel 1758 dall’architetto romano Marco Antonio Bianchini e inutilizzato da tempo». Per urbanisti e storici dell’arte «la notizia non può non far riflettere sul futuro del nostro centro storico già stravolto dall’uso incongruo delle sue piazze, dai container che ingombrano spazi la cui dignità pretenderebbe ben altro rispetto, dalla lenta ma inesorabile trasformazione di intere zone in una lunga successione di ristoranti e vendite di alimentari e in tanti luna park notturni stracolmi di attività dedicate alla somministrazione esclusiva di cibi e bevande». Da qui la domanda al Comune: «Viene naturale domandarsi qual è l’idea di città che sta sullo sfondo di questa continua e inarrestabile trasformazione che avviene sotto gli occhi di tutti, con l’approvazione e a volte il diretto coinvolgimento dell’amministrazione, come a ridosso del teatro Comunale».
I mittenti della lettera, anche sottolineando che «oggi non mancano gli strumenti legislativi per opporsi alle liberalizzazioni», chiedono che sia soprattutto la nuova soprintendente Ambrosini a procedere immediatamente «con il rifiuto di questo nuovo progetto che non può che trovare il netto dissenso di quanti hanno a cuore e si prendono ancora cura di questa città».