Oz va verso lo sfratto, incontro a San Lazzaro
A Bologna si tratta. Ma la sindaca Conti ha già un’idea
Ancora 12 giorni di trattative e di ricerca di uno spazio, dopodiché, se non ci saranno novità, a Oz verranno apposti i sigilli e gli verrà dato un mese di tempo per disinstallare tutte le strutture sportive che compongono il più grande parco indoor di sport urbani e attività circensi d’Italia.
La storia è nota, Unipol ha acquistato a un’asta giudiziaria l’ex Samputensili, la fabbrica di via Stalignrado da 12 mila mq dove è nato Oz, centro sportivo contemporaneo (freestyle, skate, mbx, climbing, parkour, tessuti aerei, ec) frequentato da giovani e giovanissimi. E ora ne chiede la disponibilità. Data ultima, per ora, è il 25 giugno. Il Comune, che però si è mosso in forte in forte ritardo, vuole conservare quel tesoro e sta dialogando con Unipol per strappare altri mesi di permanenza per le 30 associazioni: il tempo di trovare uno spazio alternativo nonché di organizzare un trasloco affatto semplice. Di come stia andando questo tavolo nessuno sa niente: né Comune né Unipol si scoprono. Un fatto lamentato nei giorni scorsi dai ragazzi di Oz, «nessuno ci dice niente, e il 25 si avvicina», che intanto stanno organizzando eventi «dimostrativi» in città (ai Giardini Margherita, in piazza del Nettuno).
A fari spenti però le trattative vanno avanti: non si parla solo di proroga dello sfratto, con una iniziale richiesta dell’assessore allo sport Matteo Lepore almeno fino a settembre (in ogni caso Oz quest’anno non allestirà campi estivi per i ragazzi e le famiglie), ma anche di ricerca di un nuovo spazio che per caratteristiche (ampiezza e altezza dei soffitti superiore a 7 metri) non è facile da individuare. Palazzo d’Accursio aveva lanciato l’idea di un trasferimento nell’ex Caserma Sani, accanto a Oz, ma non avendone ancora la disponibilità ha dovuto attivare un dialogo da zero con Cassa depositi e Prestiti (proprietaria della ex caserma, e lo ha fatto insieme a Unipol.
Complicato ma non impossibile trovare la quadra. Una tensostruttura potrebbe risolvere il problema, ma costa parecchio anche quella. Altri però si stanno muovendo in soccorso di Oz, come il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, a cui piacerebbe molto portare quell’esperienza, «dal valore intrinseco enorme», sul proprio territorio. Non a caso ha contattato le associazioni e le incontrerà oggi con tanto di sopralluogo negli spazi dove potrebbero essere ospitati. Si tratta di alcuni capannoni presenti nella zona artigianale che costeggia via Caselle, a un chilometro dalla via Emilia. Il collegamento con Bologna sarebbe garantito dalla stazione ferroviaria metropolitana. Oltre alla distanza c’è il problema dei capannoni: non uno grande e alto, ma alcuni di dimensioni moderate (sui 1500/200 mq). Oz diffuso meglio che Oz chiuso. Ne sapremo di più dopo il sopralluogo. «Io mi sono fatta avanti, ma se il Comune di Bologna trova una soluzione farò un passo indietro, ci mancherebbe».