Bimbi con due madri, il passo di Merola
Il Comune ha riconosciuto la doppia genitorialità per 4 figli nati negli anni scorsi
Il sindaco Merola fa uno scatto in avanti sulla questione dei diritti. Ieri ha seguito l’esempio del sindaco di Milano Sala e ha inserito all’anagrafe come madri quattro donne con figli già grandi avuti con un’altra donna. Le quattro coppie si sono presentate a Palazzo d’Accursio e hanno finalmente avuto il riconoscimento dei propri diritti. Anna, una figlia di 3 anni avuta con Irma, racconta la sua storia: «Adesso ci meritiamo la felicità».
Un mese fa il sindaco Virginio Merola, seguendo l’esempio della collega di Torino Chiara Appendino, firmò l’atto di nascita di un bambino appena nato all’interno di una coppia omogenitoriale. Ieri è andato oltre e, proprio come ha fatto il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala, ha riconosciuto la seconda madre per quattro bambini nati negli anni scorsi. Un atto innovativo su cui Bologna era stata bruciata sul tempo dalla sindaca di Castel Maggiore Belinda Gottardi che martedì ha trascritto sui documenti dell’anagrafe il nome della mamma non biologica di due gemellini di un anno e mezzo. Il primo caso nel Bolognese. Ieri mattina quattro coppie di mamme si sono presentate a Palazzo d’Accursio, convocate dagli uffici di Merola, dopo la richiesta inoltrata dalle donne qualche settimana fa sulla scia dei primi atti di altri sindaci. Sono state accolte prima in Sala Rossa e poi sono state chiamate una alla volta nell’ufficio del primo cittadino per mettere la firma che sancisce definitivamente il fatto che i loro figli sono figli di entrambe le mamme, non solamente di quella biologica. Alla firma dell’atto era stata convocata nelle settimane scorse anche una coppia di papà che aveva inizialmente pensato di percorrere quella strada per tutelare la figlia di 18 mesi. Poi, però, i due uomini, pur ringraziando il sindaco per l’apertura, hanno deciso di non seguire quella via, ma di intraprendere il percorso della «stepchild adoption». «Il limite di questa annotazione — racconta Emilio (nome di fantasia, ndr)— è che si tratta di un atto amministrativo e politico che può essere impugnato in qualunque momento. I tempi politici in questo momento sono bui: abbiamo ringraziato il sindaco, ma dobbiamo pensare soprattutto al futuro di nostra figlia». In ogni caso adesso le amministrazioni per dare un segnale politico al nuovo governo, soprattutto dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa del neoministro della Famiglia e della Disabilità, il leghista Lorenzo Fontana («I matrimoni non etero sono una schifezza», ha detto), stanno premendo il piede sull’acceleratore delle registrazioni all’anagrafe delle madri non biologiche di coppie omogenitoriali. «Più trascrizioni ci sono — dicono dall’associazione che riunisce le famiglie arcobaleno — più diminuiscono le possibilità che lo Stato impugni gli atti firmati dal sindaco: si esporrebbe a molti ricorsi». Insomma, l’atto di ieri mattina è pressoché certo che sarà il primo di altri che verranno firmati nelle prossime settimane.