Corriere di Bologna

Stepchild e unioni civili L’avanguardi­a dei diritti arcobaleno

Avanti nelle unioni civili, fra le prime in Italia Pioniera per le stepchild adoption delle coppie omosessual­i in tribunale e all’anagrafe Mappa dei diritti conquistat­i. E dei protagonis­ti

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bologna, città arcobaleno. Iscrizioni all’anagrafe di mamme e papà non biologici di coppie gay, numeri alti di unioni civili e soprattutt­o sentenze innovative del Tribunale dei minori per la stepchild adoption. A due anni dall’introduzio­ne della legge Cirinnà, il capoluogo emiliano si conferma città che tutela i diritti delle coppie gay. Ecco la fotografia.

Ci sono state 161 unioni civili da quando sono state introdotte dalla legge Cirinnà nel 2016. Sono già state aggiunte all’anagrafe, accanto alla madre biologica, sei donne che hanno avuto un figlio con la compagna. Il Tribunale dei minori di Bologna, guidato dal presidente Giuseppe Spadaro, ha pronunciat­o circa 20 sentenze favorevoli di «stepchild adoption», facendo da traino ai tribunali di tutta Italia sul tema della tutela dei minori. Bologna dà l’esempio in tema di diritti delle coppie omosessual­i e dei loro figli e ne ha dato prova proprio negli ultimi giorni con il passo avanti del sindaco Virginio Merola e della sindaca di Castel Maggiore Belinda Gottardi che hanno cambiato lo stato di famiglia di alcuni nuclei omogenitor­iali, riconoscen­do ufficialme­nte anche il genitore non biologico di figli già grandi.

Un segnale politico delle amministra­zioni di centrosini­stra al nuovo governo. E non è un caso, proprio per il colore politico dell’amministra­zione, che Bologna sia tra le città con il maggior numero di unioni civili. A dicembre 2017 il capoluogo emiliano era al secondo posto nella classifica delle principali città italiane. «Bologna — conferma Monica Cirinnà, senatrice del Pd, autrice della legge che porta il suo nome — è molto in alto nella classifica per le unioni civili con il parametro degli abitanti anche rispetto a Roma e Milano. Ora si tratta di difendersi perché c’è un clima di intolleran­za generale».

Ma quello che Bologna può vantare principalm­ente è un Tribunale dei minori che sta mettendo al centro delle sue sentenze di stepchild adoption — ovvero l’istituto giuridico che consente al figlio di essere adottato dal partner, unito civilmente o sposato, del proprio genitore —, il prevalente interesse dei bambini. A oggi sono circa venti le sentenze di stepchild sotto le Due Torri. Chi segue quasi tutte le coppie omogenitor­iali bolognesi è l’avvocato Michele Giarratano, marito di Sergio Lo Giudice del Pd. «Ho seguito — spiega il legale — una quindicina di coppie: 8 hanno già avuto sentenza, 7 sono nel mezzo del percorso. Di queste due coppie sono di papà, le altre di mamme, alcune anche con figli già grandi di 10-12 anni. Le sentenze emesse dal Tribunale per i minori di Bologna sono le più approfondi­te sul tema, perché puntano molto sulla questione del superiore interesse del minore a veder riconosciu­to il proprio genitore. Sono sentenze che hanno fatto da apripista a livello nazionale».

I giudici bolognesi, infatti, sottolinea­no nelle loro sentenze «che la relazione affettiva tra due persone dello stesso sesso, che si riconoscan­o come parti di un medesimo progetto di vita, con le aspirazion­i, i desideri e i sogni comuni per il futuro, la condivisio­ne insieme dei frammenti di vita quotidiana, costituisc­e a tutti gli effetti una famiglia, luogo in cui è possibile la crescita di un minore, senza che il mero fattore “omoaffetti­vità” possa costituire ostacolo formale». Emblematic­o il caso di un ragazzino di 12 anni, figlio di due mamme. Avendo già una certa età, è stato sentito dal giudice che, quando gli ha chiesto cosa ne pensasse, ha risposto: «Quando ho saputo che per legge solo Francesca (nome di fantasia, ndr) era mia mamma e non anche Lucia (nome di fantasia, ndr), ci sono rimasto male». Il giudice non ha potuto fare altro che constatare la «condizione di serenità famigliare».

Ma all’orizzonte si intravede un’altra strada possibile, oltre a quella della stepchild adoption e dell’iscrizione all’anagrafe con un atto amministra­tivo dei sindaci. «Un’altra strada percorribi­le, soprattutt­o per le coppie di papà — spiega l’avvocato delle famiglie arcobaleno — è quella del riconoscim­ento del certificat­o di nascita rilasciato negli Stati Uniti (dove viene trascritto il nome di entrambi i genitori), da parte del Tribunale ordinario. Una sentenza in tribunale tutela definitiva­mente». Benvenuti nella Bologna arcobaleno.

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 ??  ?? L’intervista alle due mamme pubblicata ieri dal Corriere di Bologna che il sindaco Virginio Merola ha registrato all’anagrafe come genitori. Martedì (alle 16) al Baraccano un convegno affronterà il tema
L’intervista alle due mamme pubblicata ieri dal Corriere di Bologna che il sindaco Virginio Merola ha registrato all’anagrafe come genitori. Martedì (alle 16) al Baraccano un convegno affronterà il tema

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