Stepchild e unioni civili L’avanguardia dei diritti arcobaleno
Avanti nelle unioni civili, fra le prime in Italia Pioniera per le stepchild adoption delle coppie omosessuali in tribunale e all’anagrafe Mappa dei diritti conquistati. E dei protagonisti
Bologna, città arcobaleno. Iscrizioni all’anagrafe di mamme e papà non biologici di coppie gay, numeri alti di unioni civili e soprattutto sentenze innovative del Tribunale dei minori per la stepchild adoption. A due anni dall’introduzione della legge Cirinnà, il capoluogo emiliano si conferma città che tutela i diritti delle coppie gay. Ecco la fotografia.
Ci sono state 161 unioni civili da quando sono state introdotte dalla legge Cirinnà nel 2016. Sono già state aggiunte all’anagrafe, accanto alla madre biologica, sei donne che hanno avuto un figlio con la compagna. Il Tribunale dei minori di Bologna, guidato dal presidente Giuseppe Spadaro, ha pronunciato circa 20 sentenze favorevoli di «stepchild adoption», facendo da traino ai tribunali di tutta Italia sul tema della tutela dei minori. Bologna dà l’esempio in tema di diritti delle coppie omosessuali e dei loro figli e ne ha dato prova proprio negli ultimi giorni con il passo avanti del sindaco Virginio Merola e della sindaca di Castel Maggiore Belinda Gottardi che hanno cambiato lo stato di famiglia di alcuni nuclei omogenitoriali, riconoscendo ufficialmente anche il genitore non biologico di figli già grandi.
Un segnale politico delle amministrazioni di centrosinistra al nuovo governo. E non è un caso, proprio per il colore politico dell’amministrazione, che Bologna sia tra le città con il maggior numero di unioni civili. A dicembre 2017 il capoluogo emiliano era al secondo posto nella classifica delle principali città italiane. «Bologna — conferma Monica Cirinnà, senatrice del Pd, autrice della legge che porta il suo nome — è molto in alto nella classifica per le unioni civili con il parametro degli abitanti anche rispetto a Roma e Milano. Ora si tratta di difendersi perché c’è un clima di intolleranza generale».
Ma quello che Bologna può vantare principalmente è un Tribunale dei minori che sta mettendo al centro delle sue sentenze di stepchild adoption — ovvero l’istituto giuridico che consente al figlio di essere adottato dal partner, unito civilmente o sposato, del proprio genitore —, il prevalente interesse dei bambini. A oggi sono circa venti le sentenze di stepchild sotto le Due Torri. Chi segue quasi tutte le coppie omogenitoriali bolognesi è l’avvocato Michele Giarratano, marito di Sergio Lo Giudice del Pd. «Ho seguito — spiega il legale — una quindicina di coppie: 8 hanno già avuto sentenza, 7 sono nel mezzo del percorso. Di queste due coppie sono di papà, le altre di mamme, alcune anche con figli già grandi di 10-12 anni. Le sentenze emesse dal Tribunale per i minori di Bologna sono le più approfondite sul tema, perché puntano molto sulla questione del superiore interesse del minore a veder riconosciuto il proprio genitore. Sono sentenze che hanno fatto da apripista a livello nazionale».
I giudici bolognesi, infatti, sottolineano nelle loro sentenze «che la relazione affettiva tra due persone dello stesso sesso, che si riconoscano come parti di un medesimo progetto di vita, con le aspirazioni, i desideri e i sogni comuni per il futuro, la condivisione insieme dei frammenti di vita quotidiana, costituisce a tutti gli effetti una famiglia, luogo in cui è possibile la crescita di un minore, senza che il mero fattore “omoaffettività” possa costituire ostacolo formale». Emblematico il caso di un ragazzino di 12 anni, figlio di due mamme. Avendo già una certa età, è stato sentito dal giudice che, quando gli ha chiesto cosa ne pensasse, ha risposto: «Quando ho saputo che per legge solo Francesca (nome di fantasia, ndr) era mia mamma e non anche Lucia (nome di fantasia, ndr), ci sono rimasto male». Il giudice non ha potuto fare altro che constatare la «condizione di serenità famigliare».
Ma all’orizzonte si intravede un’altra strada possibile, oltre a quella della stepchild adoption e dell’iscrizione all’anagrafe con un atto amministrativo dei sindaci. «Un’altra strada percorribile, soprattutto per le coppie di papà — spiega l’avvocato delle famiglie arcobaleno — è quella del riconoscimento del certificato di nascita rilasciato negli Stati Uniti (dove viene trascritto il nome di entrambi i genitori), da parte del Tribunale ordinario. Una sentenza in tribunale tutela definitivamente». Benvenuti nella Bologna arcobaleno.