Università, il maxi ingorgo dei 17mila esami
L’Università ha un mese di tempo per far svolgere a ben 9.000 aspiranti prof gli esami indispensabili per partecipare al concorso scuola. L’Ateneo ha chiesto la disponibilità ai docenti. Sangiorgi: «Un incubo»
Un mese di tempo, nove date in tutto tra il 21 giugno e il 21 luglio, per far svolgere a circa 9.000 candidati le prove per acquisire i 24 crediti formativi necessari per partecipare al concorso che abilita all’insegnamento nella scuola superiore. Un ingorgo da 17.000 esami, tra i patemi dei candidati e le squadre di prof a comporre le commissioni.
Per ottenere quei fatidici 24 crediti formativi, requisito essenziale per partecipare ai concorsi che abilitano poi all’insegnamento nella scuola secondaria, si sono iscritti a Unibo circa novemila laureati, laureandi, dottorandi. E ora questo esercito di aspiranti prof si appresta a sostenere gli esami che, una volta superati, danno diritto ai crediti. Un lavoro immane per l’Ateneo che nei prossimi giorni dovrà gestire centinaia di batterie di esami. «Un incubo», sospira Enrico Sangiorgi, il prorettore alla didattica. E sui social serpeggia il panico tra gli esaminandi che non sanno cosa aspettarsi da una prova che per molti vale la possibilità di partecipare al concorso.
Nei giorni scorsi lo stesso Sangiorgi ha inviato per mail un accorato appello ai colleghi docenti e ricercatori e al personale tecnico-amministrativo per chiedere la loro disponibilità. «Considerato l’elevato numero di partecipanti — ha scritto —, è necessario un importante coinvolgimento del personale sia docente sia tecnico amministrativo per garantire sia la commissione di esame sia un adeguato numero di persone addette alla vigilanza e allo svolgimento delle operazioni di riconoscimento che verranno ripetute più volte in quanto sono previsti 4 turni per ciascuna giornata». Non sarà uno scherzo garantire le nove giornate di appelli che, annota sempre Sangiorgi, «prevedono complessivamente l’espletamento di circa 17.000 esami, 700 per ogni appello per ciascuna disciplina». Un lavoro titanico per i partecipanti e per gli organizzatori.
Le prove finali si tengono da giovedì a sabato di questa settimana nelle aule del polo Navile, complesso Battiferro, di via della Beverara, poi da giovedì 28 a sabato 30 giugno, sempre nello stesso luogo, e infine dal 19 al 21 luglio nelle aule Ranzani, nell’omonima via. Per la prova il candidato deve rispondere a una serie di quiz a risposta multipla. Durata massima di un’ora, senza neppure la possibilità di alzarsi per andare in bagno. La commissione d’esame e il personale di vigilanza devono garantire la presenza in ogni giornata dalle 8 alle 18,30. Ieri è stato pubblicato sul sito di Unibo il vademecum per i candidati dove è spiegato lo svolgimento della prova per le quattro materie interessate, che sono Antropologia, Pedagogia, Pedagogia speciale e Didattica dell’inclusione, Psicologia e Metodologie e tecnologie didattiche genera- li. Materie che danno diritto da un minimo di uno a un massimo di sei crediti formativi.
«Nei mesi scorsi gli uffici hanno svolto un lavoro immane anche per riconoscere i crediti già acquisiti con esami dati in passato e addirittura sostenuti in altre sedi — spiega Sangiorgi —, abbiamo avuto personale dedicato a questo percorso per mesi». La normativa è stata introdotta l’anno scorso e prevede i 24 crediti come requisito di partecipazione al concorso nazionale per titoli ed esami per l’accesso al percorso triennale di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione docente (il percorso Fit) su posti comuni e di sostegno. Unibo ha messo in piedi un percorso con quattro insegnamenti, di trenta ore l’uno. Non è stato semplice neppure reperire gli spazi adeguati ad accogliere una buona parte dei novemila iscritti in più che hanno voluto seguire le lezioni. «In futuro i 24 crediti formativi saranno parte integrante dei singoli corsi di laurea negli indirizzi per l’insegnamento — rimarca Sangiorgi —, la fatica di quest’anno è dovuta alla gestione della fase transitoria».
In pochi giorni professori e personale hanno dovuto dichiarare la loro disponibilità a partecipare alla commissione o al contingente della vigilanza. «Ho avuto molte disponibilità — assicura Sangiorgi —, sarà complicato, ma come si dice “speriamo che me la cavo”. È un lavoro spaventoso, e lo è stato fin dall’inizio: gestire novemila richeste non è uno scherzo».