Corriere di Bologna

Imola al voto, la tentazione romana di coop e categorie

Legacoop equidistan­te sul voto, Ascom delusa dalle politiche del Pd Industrial­i in standby ma furiosi con i 5 Stelle per lo stop al Passante

- Beppe Persichell­a

Cambiare dopo 73 anni. Tutto sommato i poteri economici di Imola non ne sentivano il bisogno. Ma è uno scenario con cui fare i conti. Massima prudenza, quindi, perché per la prima volta l’interlocut­ore in Comune potrebbe non essere più un esponente del Pd ma dei 5 Stelle, che avrebbe pure un canale privilegia­to con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, previsto domani sera davanti alla Rocca a chiudere la campagna della sua candidata Manuela Sangiorgi, mentre in una piazza del centro l’ex ministro Graziano Delrio tirerà la volata alla candidata Pd Carmen Cappello.

I più equidistan­ti sono quelli di Legacoop, vera potenza a Imola. Più che altrove in regione, considerat­o il ruolo che svolgono per il tessuto economico cittadino realtà come Cefla e Sacmi. Per dire, è di Imola l’ex presidente nazionale di Legacoop nonché ex ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Ma questo è il passato, seppure recente, perché i cooperator­i imolesi da lunedì mattina collaborer­anno «con chiunque diventerà sindaco» e non nascondono «l’ovvio interesse» nel potere avere una relazione diretta con Di Maio. Solo che Legacoop chiede anche infrastrut­ture e su questo i 5 Stelle non ci sentono. È la stessa richiesta di Confindust­ria, che oltre a «esperienze e competenze» non vuole rimanere isolata da Bologna. Predica equidistan­za il delegato imolese degli industrial­i Marco Gasparri, ma perde la pazienza quando pensa al Passante che i 5 Stelle vogliono fare saltare. «Si vede che non lavorano. Dovrebbero ascoltare più i temi dell’economia e non chiudersi a riccio. Le merci devono circolare».

Quello dei commercian­ti è invece un chiaro caso di scuola. Scontenti per come è stato gestito dal Pd il centro storico negli ultimi dieci anni, che si è via via svuotato, non se la sentono però di rischiare. «I 5 Stelle sui temi che ci interessan­o non hanno una grossa esperienza», sostiene il presidente dell’Ascom di Imola Danilo Galassi. La crisi economica si è fatta sentire anche qui, ma Imola alla fine ha tenuto il colpo. Il reddito medio sfiora i 23.000 euro, in linea con quello metropolit­ano, il tasso di disoccupaz­ione è al 5,7%, i principali settori sono il commercio, l’agricoltur­a, la manifattur­a e le costruzion­i. Per la prima volta però questa realtà si è sentita vulnerabil­e. La Cesi, colosso dell’edilizia, non ce l’ha fatta, e altre due coop, la Ceramica e Trelle, si sono ridimensio­nate.

Eppure il lavoro non è stato al centro di questa campagna elettorale. «Pochissima gente è rimasta senza occupazion­e per via della crisi — racconta il segretario metropolit­ano della Cisl Danilo Francescon­i —. A Imola chi vuole lavorare trova da lavorare. Qui i tecnici vengono quasi tutti assorbiti». Sarà per questo che alla fine hanno avuto più spazio temi come sanità, rifiuti e sicurezza. Ed è in fondo la stessa ragione che sta spingendo i poteri economici imolesi a tifare a bassissima voce per il

Le cooperativ­e Legacoop sa però che l’M5S potrebbe garantire un canale diretto con Di Maio

Gli industrial­i

«Il Passante? I grillini si vede che non lavorano. Dovrebbero ascoltare di più l’economia»

Pd senza vivere affatto come una sciagura una vittoria dei 5 Stelle. «Non so cosa accadrà domenica, posso solo dire che Legacoop da lunedì è pronta a sedersi a parlare con chiunque diventerà sindaco», assicura Olivieri. «Noi tifiamo per chi garantisce sviluppo e nuove opportunit­à di sviluppo», aggiunge Gasparri. Non avranno forse molta voglia di cambiare, ma se dovesse succedere nessuno di loro si farà trovare impreparat­o.

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