Cancelliere molesta avvocatessa, condannato
In Tribunale
Una mano infilata nella camicetta dell’avvocatessa, l’abuso, improvviso e inequivocabile, che si materializza nel luogo dove una donna dovrebbe sentirsi più al sicuro, negli uffici dei gip del Tribunale di via Farini, e da parte di chi tutti i giorni lavora nella macchina della giustizia. Una vicenda rimasta finora sottotraccia e sulla quale ieri è stato messo un primo punto fermo. Un cancelliere di via Farini, un 43enne che spesso assiste i giudici in udienza, è stato condannato a due anni e quattro mesi in abbreviato dal giudice Domenico Truppa per violenza sessuale con abuso d’autorità, seppure nell’ipotesi lieve prevista dal codice. La vicenda risale al 2016 quando la giovane, all’epoca praticante, subì l’approccio. Non fece denuncia, ma segnalò l’accaduto alla dirigente dell’ufficio Maria Grazia Nart che non perse tempo e attivò immediatamente la Procura con le indagini affidate al pm Roberto Ceroni. Nel frattempo è stato aperto un procedimento a carico del dipendente del ministero della Giustizia (alcune voci parlano della sanzione del semplice rimprovero). Ieri, come detto, l’epilogo con il rito abbreviato. La vittima, nel frattempo diventata avvocatessa, era rappresentata dall’avvocato Marco Linguerri, mentre in udienza ha sostenuto l’accusa il pm Augusto Borghini. L’imputato allora come ieri ha negato di aver commesso il fatto ma il giudice ha creduto alla versione della donna, condannandolo anche a pagare circa 7.000 euro oltre alle spese legali. A quanto pare il dipendente non lavora più in Tribunale.