Mille in piazza contro tutti
LA MANIFESTAZIONE
In testa al corteo c’è Kinsley, che oggi ha 28 anni e sta per diventare papà. È arrivato sotto le Due Torri dalla Nigeria sette anni fa, uno dei primi migranti dell’Emergenza Nord Africa. Allora non c’era l’hub, lui e tutti gli altri sono stati accolti ai campi profughi allestiti ai Prati di Caprara. Ha un permesso umanitario in scadenza e ogni volta il suo permesso di soggiorno è in bilico. Anche se sta per diventare papà. È dietro allo striscione «Diritti per tutti. Contro il governo di Salvini e Di Maio». E c’era anche tre anni fa, quando proprio durante la giornata del Rifugiato veniva sgomberato Villa Adelante su viale Aldini. E lui, disperato si mise una fune al collo minacciando di buttarsi giù. «Da allora ho sempre vissuto senza la possibilità di permettermi una casa, di avere un domicilio, e lavorando con contratti a termine. Ho vinto un’altra borsa lavoro e tra qualche giorno farò il magazzinierie. Sono contentissimo. Poi spero mi rinnovino il permesso umanitario». Kinsley è uno dei tanti in corteo, sono un migliaio in tutto.
È la prima manifestazione organizzata dal Tpo e da Làbas contro il neo governo ma anche contro Minniti e Orlando. Hanno invitato a sfilare Ada Colau, sindaco di Barcellona, la città dove campeggia il «mausoleo digitale» che conta il numero dei migranti morti nel Mediterraneo. E lei ha accettato l’invito: «So che la Lega non rappresenta l’Italia, questo è un Paese colto, che ama la vita umana e che difende la solidarietà», ha detto Colau, aggiungendo che anche la Spagna ha avuto fino a poco tempo fa un Governo di destra: «Ha avuto politiche razziste e tentato di chiudere i confini, ma ha fallito». Dopo un concentramento in Piazza Nettuno, verso le 18 è partito un corteo che ha percorso via Ugo Bassi e Piazza Malpighi, per poi arrivare davanti alla Prefettura. Lei, Ada Colau, ha proseguito con i suoi appuntamenti, invitata dal Comune di Bologna che oggi le consegnerà la Turrita d’Oro come dono istituzionale.
In piazza ieri oltre agli attivisti di Tpo, Làbas e Vag61, c’erano gli operatori dell’accoglienza di Adl, Cobas, la comunità maliana e quella ivoriana. Gli unici politici presenti erano i consiglieri di Coalizione civica. C’era poi l’attore Alessandro Bergonzoni e fra Benito, che quest’inverno ha inaugurato all’Eremo di Ronzano un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e lì, sono stati ospitate alcune famiglie eritree provenienti dai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio.
Mentre il corteo sfilava, nella chiesa di San Benedetto il vescovo Matteo Maria Zuppi ha celebrato la preghiera «Morire di speranza» per quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa.