Corriere di Bologna

Benassi, il Comune stoppa l’Arci

Dai banchi della giunta la critica alla gestione del caso degli iscritti pro-Salvini dello storico circolo di sinistra L’assessore: no alle censure. Duello Dem-Lega: «Bologna non è così»; «il mondo è cambiato»

- Giordano

Il Comune stoppa l’Arci sul caso Benassi. Dopo le parole pro-Salvini di alcuni frequentat­ori del circolo mandate in onda da La 7 e la successiva «cacciata» di una troupe di Ètv, l’assessore Lombardo bacchetta i vertici dell’associazio­ne: «Sbagliato censurare i soci».

Intanto, il deputato dem De Maria dice: «Ma Bologna non è così», pur ammettendo che il Pd deve parlare di più a queste persone. E il leghista Fabbri avverte: «L’Emilia è cambiata».

Anche il Comune si scaglia contro la «censura» del circolo Arci Benassi, che nei giorni scorsi ha impedito a una troupe televisiva di Ètv di sondare l’umore degli iscritti nei confronti degli immigrati e della proposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di schedare i rom. Una scelta arrivata dopo che davanti ad altre telecamere, quelle de La7 diversi frequentat­ori di questo tempio della sinistra italiana si erano detti favorevoli alla linea politica del nuovo governo sui migranti, al punto da professars­i futuri elettori della Lega.

All’assessore alle Politiche per il terzo settore, Marco Lombardo, però la reazione del circolo non è piaciuta e ieri, sollecitat­o in question time dalla Lega e dal M5S, ha apertament­e espresso perplessit­à sulla scelta e sulle motivazion­i collegate. «Credo sia stato sbagliato non permettere a emittenti televisive di svolgere la propria attività di informazio­ne e comunicazi­one — spiega Lombardo —. È sempre censurabil­e la censura, cioè non condivido la scelta di non dare libertà di espression­e alle persone, anche e soprattutt­o quando la pensano diversamen­te da me. È uno dei valori cardine della democrazia, ai quali credo e sempre crederò».

La riflession­e dell’assessore è arrivata dopo aver sottolinea­to di «rispettare l’autonomia dell’Arci, ma provo a fare una valutazion­e politica della vicenda». E le parole di Lombardo sembrano appunto andare al di là dei muri e degli umori del circolo, per ampliarsi a una riflession­e suggerita probabilme­nte a tutto il centrosini­stra. «Non bisogna avere paura dei sondaggi o delle opinioni diverse — sottolinea Lombardo –. Non avevamo certo bisogno di una troupe televisiva per capire che ci sono stati anche nostri elettori tradiziona­li che hanno votato altri partiti e in particolar­e la Lega. Piuttosto che allontanar­e i giornalist­i, il tema è che tra una partita di carte e un’altra ci sia un confronto tra le idee politiche per avere una dialettica che dia risposte. Pur avendo un’opinione differente non mi permettere­i mai di dire che gli anziani del Benassi sono razzisti. Bologna non sposa l’idea dei porti chiusi, ma dei portici, che difendono e danno un senso di comunità».

Dal canto suo Alessandro Belluzzi, responsabi­le comunicazi­one del Benassi, aveva spiegato al Corriere di Bologna, «che i soci dovranno capire qual è la linea del circolo, perché abbiamo uno statuto che si ispira agli ideali antirazzis­ti, chi vuole stare qui li deve rispettare e il 99% lo fa». L’Arci ha già annunciato di voler aprire una fase di ascolto e dialogo su questi temi e la linea nazionale sembra tracciata anche dalla scelta simbolica e importante di dedicare la prossima tessera ai migranti: come anticipato da Radio Città del Capo le schede della campagna di tesseramen­to in partenza a settembre avranno infatti il disegno di un barcone, accompagna­to dallo slogan «Più cultura meno paura».

La decisione dell’Arci aveva subito scatenato le proteste del centrodest­ra, in particolar­e del consiglier­e leghista, Umberto Bosco e ieri a chiedere all’amministra­zione una valutazion­e dell’accaduto è stato anche il consiglier­e pentastell­ato Massimo Bugani.

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Il circolo L’Arci Benassi di viale Cavina, storico circolo della sinistra bolognese, sempre affollato, perlopiù da anziani

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