Troppo caldo al Trebbo: cane muore, polemiche
Il caso riaccende lo scontro sulle protezioni anti-rumore chieste dai residenti
Max Power, cane pitbull di 2 anni, ha vissuto tutta la sua breve vita in canile. Fino a giovedì scorso, quando si è sentito male in una delle aree di sgambatura del Trebbo, la struttura al confine tra Bologna e Castel Maggiore che può ospitare fino a 200 cani e un centinaio di gatti.
I soccorsi sono stati inutili, perché alla fine dell’intervento veterinario scattato per salvare l’animale si è arrivati alla decisione di sopprimerlo. Quello che chiedono alcune associazioni animaliste che ruotano attorno al canile è però capire cosa abbia causato il malore a un cane così giovane e apparentemente in salute. Il sospetto, evidenziato anche dalle prime informazioni sanitarie, è che sia stato ucciso da un colpo di calore, e quindi da possibili disattenzioni nei suoi confronti: forse tenuto in un punto troppo soleggiato e con poca acqua. Per fare chiarezza su tutto il quadro clinico è stata disposta un’autopsia, che dovrebbe sciogliere i dubbi.
Questo caso dà maggiore forza alle richieste del mondo animalista relativamente a un’altra vicenda, quella della barriera anti rumore in fase di progettazione per limitare il disturbo che provoca il canile ai residenti della zona: una soluzione osteggiata dalla Consulta degli animali perché rischierebbe di limitare la ventilazione dei box durante i mesi più caldi. Secondo quanto ricostruito dal Comune, che ha ricevuto le informazioni dagli attuali gestori della struttura, la cooperativa Caleidos, e dalla direzione sanitaria affidata allo studio veterinario Gese di San Lazzaro, il cane avrebbe ricevuto delle cure immediate al Trebbo per poi essere trasportato nell’ambulatorio: le terapie messe subito in campo sono state quelle riferibili ai colpi di calore, ma poi Max Power è finito in coma e non si è più ripreso, fino alla decisione di accompagnarlo alla morte. La questione della barriera è stata trattata durante una commissione comunale giovedì scorso, nella quale alcuni rappresentanti dei residenti hanno lamentato il perdurare di una situazione «invivibile»: anche le rilevazioni dell’Arpae e dei tecnici comunali hanno confermato gli sforamenti dei decibel in alcune ore del giorno. Per Stefano Zimbalatti, che ha comprato casa mesi fa vicino al Trebbo sapendo dell’imminente costruzione della barriera, «è arrivato il momento di intervenire, si è già perso troppo tempo». Secondo quanto emerso in Comune, entro luglio dovrebbe essere scelta la soluzione tecnica più adatta. Tre le opzioni in campo. I tempi di realizzazione, però, sono lunghi: è probabile che le opere saranno completate a inizio 2019. Molto dipenderà dal costo, che se supererà i 150.000 euro stanziati avrà bisogno di una variazione di bilancio. Ma per la Consulta e l’associazione Animal Liberation «sarebbero soldi sprecati, noi proponiamo di piantare degli alberi nei terreni vicini al canile che aiuterebbero a mitigare il rumore». Nel frattempo, con un affidamento diretto per superare i problemi del bando, la struttura è stata data in gestione diretta all’associazione Terre del Branco da luglio fino a dicembre.