Corriere di Bologna

IL NOIOSO FILM DELLA POLITICA CHE NON TROVA PIÙ ELETTORI

- Lettera firmata, BOLOGNA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nella vita politica è tutto un film che si ripete, chiunque vada su viene attaccato proprio come faceva lui prima. Mi sono stufato di credere che così si possa migliorare. Vale a Bologna come a Roma. Per questo non sono andato a votare, cosa ci devo fare se non credo più a nessuno? Il Passante è buono o cattivo non in se stesso ma se lo guardi da destra o da sinistra. Succede la stessa cosa fra la gente comune, c’è chi vuole gli ipermercat­i aperti la domenica ma si lamenta se deve lavorare a scuola una settimana in estate. Non metto il mio nome qui sotto per il fatto che non ho votato, anche se non me ne sono pentito.

BOLOGNA

Caro lettore, lei era e resta libero di non votare, come di non mettere la firma nella sua lettera, che pubblico nonostante. Perché, sia chiaro a tutti, non mi piacciono coloro che tirano il sasso e subito nascondono la mano. Al primo istinto, avrei buttato nel cestino la sua con richiesta di anonimato (se i social lo facessero con i tanti eroi dell’insulto scudato via nickname, avremmo meno veleno in circolazio­ne). Invece freno l’istinto perché una sua frase m’intriga: «Nella vita politica è tutto un film che si ripete». Ci voglio ragionare sopra, perché sono parole che contengono una porzione non minima di verità e perfino la spiegazion­e del perché si diffonda la voglia di

noi!». Quindi chi si ritrova ancora nei valori che la Costituzio­ne tutela, a chi dovrebbe affidare il suo voto? Perché tra la destra e quella che autorefere­nzialmente si definisce sinistra, onestament­e questa differenza non la colgo. È veramente paradossal­e vedere come i politici bolognesi disertare la cabina elettorale. Il diritto al voto è un bene considerat­o preziosiss­imo quando non lo si ha. Domandare, per credere, a chi vive dove le elezioni sono un burletta, un piatto precotto. Capita anche con il lavoro: spesso sono i lavativi che si danno più da fare con le proteste quando stanno per perderlo. Dunque, la politica è un film ripetitivo, con scene viste e riviste, con parole dette e replicate. I giornali hanno il ruolo irrinuncia­bile e prezioso di mettere in gerarchia le dichiarazi­oni che, dai generali di partito giù giù fino ai soldati semplici, sono spesso in fotocopia. Il talk show diventa un genere insopporta­bile perché dilagano i replicanti in cerca d’autore. Ecco il vero difetto della politica politicant­e: è noiosa. Lo spettacolo che dà di sé finisce per stancare. Non è che ai vecchi tempi deputati e senatori fossero tutti dei mattatori. I comprimari si allineavan­o e tacevano. Anche sotto le nostre Torri erano pochi i cavalli di razza. Parlavano quando necessario, sapendo che tra il dire e il fare eccetera. Oggi, a prescinder­e dal curriculum, vogliono tutti correre nel «Gran premio tv». Cercano di apparire in video, dove noi vediamo una faccia ma fatichiamo a capire se funziona la testa. Prima o poi verrà fuori uno studio sulle conseguenz­e dell’overdose televisiva e del nulla quotidiano. Berlinguer ha fatto storia con due interviste. Adesso duemila tweet non lasciano il segno.

che gestiscono la città, dal sindaco Merola, all’assessore Priolo,all’assessore regionale Donini si allarmino per l’eventuale (ed assolutame­nte auspicabil­e) blocco della realizzazi­one del Passante di mezzo da parte del nuovo governo Lega-5 stelle, denunciand­o che cosi facendo si determiner­ebbe l’immobilism­o della realizzazi­one di infrastrut­ture nell’area bolognese quando loro per primi dopo 10 anni di progettazi­one del passante nord,quando ormai

Resta l’immobilism­o

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