Corriere di Bologna

«Uno tsunami difficile da arrestare»

Manca: centrosini­stra al 42%, non è bastato

- B. P. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È arrivato l’anno zero anche per il Pd imolese, l’ultimo a cadere in regione sotto i colpi dell’asse giallo-verde. La prima reazione passerà dalle dimissioni del segretario cittadino Marco Raccagna. «Non farò mai da tappo a un ricambio generazion­ale. Ma ora — dice Raccagna — dobbiamo interrogar­ci, dal livello nazionale a quello locale, se siamo in grado di riproporci o è giunto il momento di buttare via il Pd». Sul suo futuro spende qualche parola anche l’ex sindaco di Imola Daniele Manca, ora senatore, e da molti anche all’interno del centrosini­stra considerat­o il principale responsabi­le di questa sconfitta. «Sicurament­e Raccagna si dimetterà, ma ora non è il momento di cercare capri espiatori». È lui a parlare al posto della sconfitta Cappello, che il giorno dopo la débâcle ha deciso di chiudersi nel silenzio. «Questo è il momento per individuar­e i motivi della sconfitta che sono complessi», spiega Manca. Quali sono?

«La saldatura tra M5S e Lega è stata totale, va oltre i gruppi dirigenti, è tra la gente. E con un sistema elettorale a doppio turno la sconfitta è matematica. Al primo turno abbiamo riportato il centrosini­stra al 42%, non è bastato».

Errori del Pd?

«Possono collocarsi dentro una insufficie­nte lettura del cambiament­o ma c’è un vento che soffia, la sconfitta del referendum di due anni fa ha bloccato una visione di futuro per questo Paese, siamo tornati indietro».

La criticano per non aver individuat­o un erede.

«Non è una questione di eredi, io stesso di fronte a questo tsunami sociale, culturale ed economico, avrei perso. È andato in crisi un sistema. Non c’è una valutazion­e sul lavoro fatto in questi anni, non gliene frega niente a nessuno».

Cappello era la migliore candidatur­a possibile?

«Non aveva mai amministra­to, non viene dalla filiera di partito, era una novità».

Altra critica, le sue dimissioni per potersi candidare al Senato che hanno portato al commissari­amento.

«Dopo due mandati non ero più ricandidab­ile. Ho consegnato una città migliore di quella trovata dieci anni fa con la crisi in mezzo, non ho niente da rimprovera­rmi».

Sangiorgi dice che il Pd ha perso perché arrogante.

«Sono più arroganti le cose sentite dire dai militanti dei 5Stelle ultimament­e. Fa più male alla democrazia vedere sventolare la bandiera di un partito, come è successo domenica notte dopo il voto. Le elezioni si possono vincere o perdere, ma i valori delle istituzion­i non si possono disperdere».

Teme per la tenuta amministra­tiva di Imola?

«Vigileremo perché non accada. Staremo all’opposizion­e anche per salvaguard­are i servizi e il patrimonio creati in tutti questi anni».

 ?? Esultanza ?? Manuela Sangiorgi festeggia in strada con i sostenitor­i dei Cinque Stelle poco dopo la certezza di aver vinto il ballottagg­io
Esultanza Manuela Sangiorgi festeggia in strada con i sostenitor­i dei Cinque Stelle poco dopo la certezza di aver vinto il ballottagg­io

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