Corriere di Bologna

L’intelligen­za artificial­e per migliorare la diagnosi

- di Pier-Luigi Lollini* *Commission­e Consultiva Strategica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le intelligen­ze artificial­i stanno arrivando. Fino a qualche anno fa erano argomenti da film di fantascien­za, presenze minacciose e oscure, come Hal 9000 di 2001: Odissea nello spazio. Le prime applicazio­ni che abbiamo oggi a portata di mano sono molto più prosaiche e pratiche. Ho chiesto ad un software di cercare le foto di gatti in mezzo alle migliaia che ho scattato e sono rimasto sorpreso di vedere che ha ripescato anche la scultura in acciaio verniciato e fil di ferro che avevo fotografat­o in un museo d’arte moderna: senza dubbio un gatto, ma certo di aspetto anomalo rispetto al normale felino domestico. Classifica­re le immagini è un’attività fondamenta­le in oncologia: ogni lesione sospetta viene studiata dall’anatomopat­ologo, che innanzitut­to stabilisce se si tratta di un tumore oppure no, e se è benigno o maligno. Se sostituiam­o il concetto di tumore a quello di gatto, non è molto diverso da quello che ho descritto prima. Infatti si stanno studiando dei microscopi dotati di intelligen­za artificial­e, in grado di evidenziar­e le zone tumorali di un preparato in tempo reale, mentre lo stiamo guardando. Non sostituira­nno l’anatomopat­ologo, ma saranno preziosi per fornirgli una seconda opinione, aumentando la precisione e la velocità delle diagnosi nelle situazioni più critiche.

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