Ustica, appello al governo «Vogliamo tutte le carte»
Dopo 38 anni, risuona ancora una volta nell’aula del Consiglio comunale di Bologna lo j’accuse dei familiari delle vittime della strage di Ustica (nella foto) che al governo chiedono la reale desecretazione delle carte. Ma non sono soli, i parenti degli 81 morti: anche il presidente Mattarella chiede la verità.
È da 38 anni che i parenti delle vittime continuano a chiedere verità su Ustica e ieri, durante la commemorazione della strage del Dc9, la presidente dell’associazione dei famigliari Daria Bonfietti per l’ennesima volta ha dovuto sbattere i pugni durante il suo intervento in Consiglio comunale.
A consolare lei e gli altri parenti, che ancora combattono per affermare la verità dell’abbattimento del volo civile, coinvolto in una sorta di battaglia segreta nei cieli di Ustica, sono arrivate le parole del Presidente Sergio Mattarella: «Mi auguro che si riesca ancora a procedere nel cammino di verità, favorendo anche la collaborazione di istituzioni di Paesi alleati e amici, con i quali condividiamo i valori più profondi di umanità e di civiltà», il messaggio che il Capo dello Stato ha voluto mandare a 38 anni di distanza dall’abbattimento nei cieli di Ustica di quel volo di linea Bologna-Palermo.
Per il presidente della Camera Roberto Fico, invece, quello di ieri è stato il primo ricordo della strage dove rimasero uccise 81 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio: «La legittima aspettativa di vedere finalmente restituita la verità su questa pagina drammatica della nostra storia, frustrata da depistaggi, complotti e silenzi anche da parte di alcuni settori deviati dell’apparato statale, non può essere ulteriormente disattesa», le parole del presidente di Montecitorio. Ma a parte i messaggi istituzionali, c’è un passaggio nel discorso della Bonfietti pronunciato nell’aula di Palazzo d’Accursio che ha scosso quest’ultimo anniversario. «Crediamo ancora che sia possibile la piena verità sulla strage di Ustica e dare in ogni modo sostegno all’impegno della magistratura», la sua premessa. «Però serve da parte del nuovo governo uno sforzo in più per desecretare tutti gli atti che riguardano il Dc9, per dare così «una puntuale attuazione della direttiva Renzi che deve permettere effettivamente di rendere pubblica tutta la documentazione delle amministrazioni dello Stato sulle stragi»: ecco l’appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A partire dalle carte in possesso della Prefettura, punta il dito Bonfietti, che chiama in causa l’ex prefetto di Bologna, ora capo di Gabinetto al Viminale con Salvini, Matteo Piantedosi: «Deve affrontare, dalla sua nuova posizione, la questione non irrilevante di totale mancanza di documentazione», proveniente dagli uffici di piazza Roosevelt.
Cosa si aspettano che ci sia in quelle stanze i famigliari delle vittime, molti presenti ieri a Palazzo d’Accursio? Non la verità che ancora manca, ma per lo meno un pezzo di carta che possa dare un mano a capire cosa sia accaduto il 27 giugno del 1980. «Quella notte è caduto un aereo civile, ci sarà stato un funzionario di turno che avrà scritto qualcosa da qualche parte. Altrimenti ti vengono dei sospetti», spiega Bonfietti. In questa richiesta non è sola, anche il sindaco Virginio Merola ha preteso dall’ex prefetto di Bologna una risposta. «Quella della presidente è una richiesta molto fondata, mi auguro che Piantedosi nella sua qualità di capo di Gabinetto riesca a mettere a disposizione quei materiali in possesso della Prefettura», ha sottolineato il sindaco. Che poi ha concluso: «E non parliamo più di bombe sull’aereo».