Philip Morris, crescono le quote rosa Nel 2019 obiettivo equità salariale
Sempre più donne manager nella sede bolognese: oggi sono il 34,4% del totale
Donne e tecnologia per un futuro senza fumo. Il processo di trasformazione che sta affrontando Philip Morris per rivoluzionarie l’industria delle sigarette corre su due binari. Da una parte lo sviluppo di prodotti innovativi, alternative meno dannosa per i fumatori come le Iqos. Dall’altra, ed è questa la novità più interessante, una strategia interna all’azienda che passa dall’eliminazione della disparità di genere e dalla valorizzazione delle dipendenti. Oggi il 34,4 per cento delle posizioni dirigenziali dell’azienda è occupato da manager donne. «Il nostro impegno è quello di diventare artefici di una trasformazione epocale nel nostro settore», precisa il presidente e ad di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli.
Per raggiungere l’obiettivo di un futuro senza fumo, l’azienda è convinta che dare voce (e responsabilità) alle proprie dipendenti possa funzionare come leva del cambiamento. Sia a beneficio del business, sia per la sensibilizzazione dell’universo femminile, «che sotto il profilo del fumo si sta purtroppo avvicinando sempre di più verso quello maschile», sottolinea Sidoli. Non sono sfuggiti i numeri diffusi dall’istituto superiore della sanità. Nel 2017, a fronte di un calo fisiologico di fumatori in Italia, l’abitudine alla sigaretta ha conquistato 5,7 milioni di consumatrici, rispetto alle 4,6 del 2016, su un totale di 11,7 milioni di tabagisti.
È anche alla luce di questi dati che la multinazionale ha posto al centro della sua strategia le donne, intese sia come consumatrici su cui lavorare, sia come talento intellettuale in grado di produrre soluzioni efficaci. Su questo fronte, Philip Morris International ha chiuso il 2017 con il 34,4% di donne in posizioni dirigenziali, in aumento dell’1,6% sul 2016, con l’obiettivo che entro il 2022 il 40% dei manager sia donna. In Philip Morris Italia le dipendenti sono 2 ogni 5 lavoratori, con un tasso di rientro dal congedo parentale del 100% e un’età media di 38 anni. Il divario da colmare è in busta paga: l’obiettivo è l’equità salariale entro il 2019 in tutte le affiliate del gruppo.
La trasformazione del settore investe anche lo sviluppo di alternative altamente tecnologiche alle classiche sigarette. L’azienda ha intrapreso il percorso dieci anni fa, investendo nella ricerca circa 4 miliardi di euro per prodotti a «potenziale rischio ridotto», una parte dei quali vengono ora realizzati negli stabilimenti del bolognese. E se l’investimento ha dato i suoi frutti con Iqos, sul mercato da 4 anni, l’azienda sta ancora aspettando una risposta dalla Food and drug administration: senza l’approvazione dell’ente governativo non potrà vendere negli Stati Uniti.