C’è l’abbonamento unico per andare in treno e in bus
Sei milioni dalla Regione per aiutare 58 mila cittadini: coinvolti tredici Comuni, Bologna inclusa
Da settembre gli abbonati al trasporto ferroviario regionale potranno viaggiare gratuitamente sugli autobus di linea urbani di tredici Comuni emiliano-romagnoli, tra cui Bologna e Imola. La prima importante tappa dell’integrazione tariffaria partirà dalle città con più di 50.000 abitanti e riguarda il comparto trenobus.
Per i pendolari sono previsti risparmi che possono arrivare a 180 euro all’anno, verranno coinvolti all’inizio circa 58 mila cittadini. «L’ennesima promessa mantenuta da questa giunta», rivendicano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore Raffaele Donini.
Da settembre gli abbonati mensili o annuali al trasporto ferroviario regionale potranno viaggiare gratuitamente sugli autobus di linea urbani di tredici Comuni emilianoromagnoli, tra cui Bologna e Imola. La prima importante tappa dell’integrazione tariffaria partirà infatti dalle città con più di 50.000 abitanti e riguarda il comparto treno-bus: addio quindi al doppio abbonamento. Dovrà successivamente essere completata da finanziamenti e accordi locali a livello metropolitano o comunale per estendere il biglietto unico a tutti gli autobus che circolano in EmiliaRomagna: è quest’ultimo aspetto ad aver spaccato la giunta, divisa su quante e quali risorse utilizzare per raggiungere l’obiettivo. Mentre l’assessore comunale alla Mobilità, Irene Priolo, ha annunciato che a Calderara, dove è sindaco, utilizzerà i fondi del bilancio, sotto le Due Torri è stato invece congelato un ipotetico aumento del costo del biglietto dei bus.
La rivoluzione che correrà lungo i binari e le strade è stata annunciata ieri dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall’assessore ai Trasporti Raffaele Donini. Per Viale Aldo Moro si tratta di uno stanziamento di 6 milioni di euro e interessa attualmente 58.000 cittadini. L’integrazione riguarderà gli abbonamenti superiori ai 10 chilometri e scatterà nelle città di partenza e destinazione della tratta per la quale si è tesserati: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Cesena, Forlì, Rimini, Carpi, Faenza e Imola. La Regione stima che i risparmi per pendolari, studenti e lavoratori, andranno dai 110 ai 180 euro all’anno a seconda delle città su cui usufruiscono dell’integrazione: a Bologna sarà di circa 180 euro.
Per Bonaccini e Donini è stata l’occasione di rivendicare «l’ennesima promessa mantenuta da questa giunta», sottolineando tutte le risorse investite con la «cura del ferro» che ha già portato e porterà al rinnovamento dei treni in circolazione nelle tratte regionali, al restyling di 12 stazioni e a importanti investimenti sulla sicurezza: con 50 milioni di euro entro due anni tutta la rete sarà dotata del sistema di sicurezza Scmt. A proposito delle polemiche bolognesi Donini si è limitato a dire che «la misura è strutturale, non è una sperimentazione, quindi ci aspettiamo che i territori si impegnino per le fasi successive». Sulle infrastrutture che rischierebbero di essere tagliate dal nuovo governo, Bonaccini ha espresso l’intenzione di andare avanti: «Si tratta di opere che abbiamo sbloccato e per le quali ci siamo impegnati a trovare le risorse. Credo siano fondamentali per l’Emilia-Romagna, e anche gli altri governatori delle regioni settentrionali concordano nel ritenere le grandi opere una necessità. Ritengo che non si possa cambiare idea solo per appartenenza politica, anche perché molte sono richieste dalle amministrazioni locali». Sul Passante Donini ha ribadito di «essere fiducioso in merito al ricorso al Tar dei comitati: tutto è stato fatto con attenzione. Aspettiamo la Conferenza dei servizi, c’è l’obbligo di convocarla».
Tra i Comuni per cui varrà l’integrazione ci sono anche Imola, Modena e Ferrara
” Bonaccini Le grandi opere sono fondamentali per l’EmiliaRomagna, non possono essere bloccate