Quel progetto (sfumato in un lampo) di un impianto al Parco delle Stelle
appetiti e retroscena sul restyling del Dall’Ara. Fra gli aspetti più singolari di una vicenda che muove soldi appetiti e temi sensibili come l’ambiente e la socialità, c’è l’atteggiamento del Comune che, attraverso il sindaco, s’è sempre dichiarato favorevolissimo all’ammodernamento dello stadio (forte anche di una delibera del Consiglio votata all’unanimità), mentre oggi sembra voler far marcia indietro non tanto adducendo rilievi tecnici sul progetto Despar al Cierrebi, quanto sulla recente richiesta fatta alla Fondazione Carisbo di riacquisto del centro sportivo di via Marzabotto, uno dei pezzi importanti del «progettone» (ma non fondamentale come la Cittadella della Moda per cui c’è già l’accordo con gli acquirenti tedeschi della Ece).
Ma Palazzo d’Accursio vuole o non lo vuole il restyling? Non si capisce. Soprattutto alla luce di questo retroscena, tutto mattone e palloni. Intorno a questa partita, come il Corriere di Bologna ha raccontato in questi mesi, c’è sempre stata la spinta di chi preferiva far costruire un impianto nuovo al Bfc. Normale, del resto terreni e immobili coinvolti nel progetto per ora sono tutti pubblici. Diverse aree intorno alla tangenziale sono così state «offerte» al club, ma una più di tutte è andata vicina all’obbiettivo di far recedere dalla riqualificazione Saputo e costruire ex novo. Solo che a stopparla si dice sia stato proprio il sindaco Merola in persona.
Parliamo dell’area che anni fa avrebbe dovuto ospitare il Parco delle Stelle di Sacrati. Proposito naufragato. Terreno che ora rientra in un fallimento e che verrà messo all’asta, giudiziaria. L’idea di realizzare lì il nuovo stadio del Bologna prende corpo in un altro impianto, il PalaDozza: a parlarne a Saputo sarebbe stato l’ex collega della Fortitudo Gianluca Muratori, uomo che si muove nel mondo nell’edili- zia. E così alla fine dell’anno scorso ci sono stati interessamenti su quell’area — costi e tempi di assegnazione — come si dice «a fari spenti». Acquisizione possibile. Saputo non era contrario all’idea di spendere 30-40 milioni ma su un oggetto di sua proprietà e non del Comune (come il Dall’Ara). È infatti proprio in questo periodo, dicembre, che il chairman parlando con la stampa si lascia sfuggire che potrebbe anche costruire qualcosa di nuovo. È un lampo. Infatti, prima di «attaccare» l’asta, i potenziali nuovi soci cercano di capire se Merola sarebbe disposto a sostenere questo piano B. La risposta è negativa. Su quell’area (che fra l’altro necessiterebbe di una variazione urbanistica) non si può fare un altro impianto. Stop deciso che fa arretrare i due, riportando Saputo sul restyling. Ma a quanto pare la lotta sul progetto non è finita.
Il no del sindaco
L’ipotesi di un nuovo stadio sui terreni oggi all’asta sarebbe stata stoppata da Merola