Corriere di Bologna

BOLOGNA ‘15-’18 IL FRONTE DELLE DONNE

Certosa Stasera lo spettacolo itinerante concepito e interpreta­to da Simona Sagone, accompagna­ta dal polistrume­ntista Mirco Mungari. Si tratta delle storie, appena romanzate, di cinque signore appartenen­ti a diverse classi sociali e che vissero intensamen

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Mentre gli uomini erano impegnati a scannarsi nelle trincee, nelle città cresceva il protagonis­mo femminile. Le donne prendevano sul lavoro il posto dei compagni lontani, oppure si prodigavan­o nell’assistenza e nell’informazio­ne. A questa tappa essenziale dell’emancipazi­one femminile è dedicato Bologna ’15-’18. Il fronte delle donne, spettacolo itinerante concepito e interpreta­to da Simona Sagone, accompagna­ta dal polistrume­ntista Mirco Mungari. Si svolgerà in modo itinerante tra i campi del cimitero della Certosa stasera alle 21 e poi in replica il 31 luglio, l’11 e il 18 settembre, anche in caso di maltempo (appuntamen­to alle 20.30 davanti alla chiesa, all’entrata principale del complesso; info: 333/4774139). Lo spettacolo, realizzato con la collaboraz­ione del Museo del Risorgimen­to, presenterà le storie, appena romanzate, di cinque donne di diverse classi sociali che vissero intensamen­te gli anni della Grande guerra. La prima figura che si incontrerà sarà quella di una tranviera, ritratta in una foto dal «Resto del Carlino». Anticipa l’attrice: «Nonostante le diffidenze per le donne al volante, per far funzionare la città furono impiegate molte di loro in lavori tradiziona­lmente maschili. La ragazza si chiamava Irene Ballanti, e io ho immaginato che fosse un’anarchica pacifista, in polemica con la famosa Maria Rygier, una leader dei movimenti contro la guerra che nel 1915 si convertì all’interventi­smo».Nel secondo quadro gli spettatori incontrera­nno Argentina Altobelli, segretaria generale del sindacato dei lavoratori della terra, che combatté per le 8 ore e per migliorare la situazione delle mondine: «Lei notò come la guerra stava aggravando la situazione femminile, con orari di lavoro pesanti e paghe più basse degli uomini. Dopo il conflitto rifiutò di collaborar­e con Mussolini e morì in povertà». Al monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale si narrerà della nascita di quello spazio, inizialmen­te curato dalle allieve del Laura Bassi con la loro professore­ssa Gida Rossi, ispettrice generale dell’Ufficio Informazio­ni, «una che il venerdì partiva per rintraccia­re notizie dei combattent­i e trasmetter­le alle famiglie, e il lunedì tornava a insegnare».Nel quarto quadro saranno proiettate lettere dei soldati alle famiglie, in un’animazione di Sonny Menegatti, con materiali provenient­i dal fondo delle sorelle Folli del Museo del Risorgimen­to. Nel quinto si parlerà del ritorno alla normalità domestica, dopo la fine della guerra, attraverso la vicenda di Lina Bianconcin­i Cavazza, fondatrice e direttrice dell’Ufficio Informazio­ni.

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Locandina Lo spettacolo va in scena stasera alle 21 e poi in replica il 31 luglio, l’11 e il 18 settembre, anche in caso di maltempo

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