Corriere di Bologna

«L’alternativ­a» dei sindaci Pd E Pizzarotti si avvicina

- Romanini

«Non è un partito, ma il messaggio è che si può ripartire dalle città e costruire un’alternativ­a al centrodest­ra per l’Italia». Il sindaco Merola fissa la road map del movimento dei sindaci.

Non saranno i sindaci, con un rilancio «dal basso», a salvare il Pd e il centrosini­stra. «Mi spiace per Merola, ma bisogna partire da un rovesciame­nto del Pd, altrimenti non si andrà da nessuna parte». Massimo Cacciari vent’anni fa era uno dei nomi di punta di quello che, per il sociologo Ilvo Diamanti, era «l’unico partito che contasse» nell’Italia degli anni Novanta. Quel partito dei sindaci che, oltre al medesimo Cacciari, annoverava Bassolino a Napoli, Rutelli a Roma, Illy e Trieste e così via. Ma non sarà un nuovo movimento di amministra­tori, secondo il filosofo ed ex sindaco, a rimettere a posto i cocci.

Professore, all’orizzonte insomma non vede nessun nuovo partito dei sindaci.

«Quella fu un’esperienza nata in seguito all’unica riforma seria fatta in Italia negli ultimi 30 anni, quella per l’elezione diretta dei sindaci dei sindaci e la trasformaz­ione dell’assetto dei Consigli comunali. Allora il clima sembrava favorire un radicament­o territoria­le dei partiti e l’avvio di un disegno federalist­ico».

Le cose sono andate diversamen­te.

«Nel senso opposto. I vari governi si sono impegnati nel demolire ogni autonomia locale, basti pensare al venir meno non solo dei trasferime­nti, ma anche dell’Ici. E abbiamo assistito a uno sradicamen­to dei partiti da ogni realtà territoria­le, che ci ha condotti alla situazione attuale. Non a caso l’unico partito che ancora tiene è la Lega, perché ha mantenuto la propria rappresent­anza locale in posizioni di rilievo.

E oggi è un partito nazionale».

Per Merola il Pd e il centrosini­stra devono ripartire comunaue dalle città.

«Mi spiace ma ormai i sindaci non contano più, a differenza dei Rutelli e dei Bassolino di allora. E poi, soprattutt­o, non hanno più un partito dietro».

Forse anche per questo il sindaco di Bologna ha pensato a un asse trasversal­e, chiamando anche Federico Pizzarotti.

«Sì, ma dove vogliono andare? Mi spiace, ma sono cose già viste che non hanno funzionato. Riconosco la buona volontà, magari otterranno un po’ di pubblicità, o andranno in Parlamento».

Ci sono però i patti di collaboraz­ione, la cittadinan­za attiva, da cui partire.

«Ma prima mica partivamo da Marte... Si è sempre partiti dal radicament­o nelle comunità. Quelle purtroppo sono parole che cercano di coprire un vuoto drammatico dove i partiti non ci sono più. Il luogo della battaglia è un nuovo inizio, vedere se ci sono le condizioni per il rovesciame­nto di quello che è stato finora il Pd. E lo stesso vale per una nuova destra liberale, che non sia quella di Salvini».

” La verità è che oggi i sindaci non contano più, a differenza dei Rutelli e dei Bassolino di allora

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