Francia-Croazia, Bruno e De Maio la giocano in ritiro
A Pinzolo spostato l’orario dell’amichevole per seguire la partita conclusiva dei mondiali: è Francia-Croazia pure in ritiro, De Maio spinge i Bleus, Petkovic fa il tifo per i suoi compagni «a scacchi»
La sfida in ritiro: Bruno Petkovic, croato, e Sebastien De Maio, francese. Oggi alle 17 tutti davanti al maxischermo allestito al Bologna village di Pinzolo, in palio c’è la finale dei mondiali tra Francia e Croazia.
Bruno Petkovic Abbiamo superato il tempo dell’individualismo, oggi la Croazia ha grandi talenti che giocano per la squadra: con un gruppo così unito si parte alla pari con la Francia, ma Mbappé fa paura
«Chi temo della Croazia? Petkovic, ovviamente...» e giù una risata. Ma Bruno risponde subito a De Maio: «Io temo Mbappé. I miei compagni sono uniti, lo fermeranno». Prima l’amichevole con La Fiorita San Marino, dopo la finale dei Mondiali tra Francia e Croazia. Scongiurata un’imbarazzante contemporanea dei due match, il pubblico vedrà il Bologna (anticipato alle 15) poi si tufferà sui mondiali. Fra questi anche De Maio e Petkovic, i due unici finalisti del ritiro, uno francese e l’altro croato, uno stopper e l’altro centravanti, entrambi sopra i 190 cm, 31 a 24 gli anni per il transalpino, gli unici a sognare la Coppa qui nelle Dolomiti rossoblù. Scherzano i due compagni di squadra sull’esito della finale, ognuno candida alla vittoria la propria nazionale, in ogni caso se la vedranno insieme, forse nel Village rossoblù dove è stato allestito un maxischermo.
«Siamo forti in difesa, — dice
De Maio — abbiamo fisicità, Mbappé è velocissimo ed è fin troppo facile indicarlo come uomo in più. Ma la Croazia gioca un bel calcio, il loro insieme fa la differenza». Se Sebastien non ha mai vestito la divisa dei Blues, Petkovic quella a scacchi sì, una sola volta con tanto di gol (contro il Liechtenstein, sic), ma era dell’under 21. Nel 1994, mentre Sebastien tira già i primi calci al pallone in periferia, Bruno nasce in piena guerra jugoslava: un confine esistenziale che divide le due nazionali, con tutti gli effettivi di quella slava segnati da quel disastro. E chissà dov’era quel bambino croato nel ’98 quando Suker trascinò la Croazia al terzo posto, mentre il giorno dopo Zidane sollevò la coppa.
«Abbiamo superato il tempo dell’individualismo — profetizza Bruno — e oggi la mia nazionale ha grandi talenti che giocano l’uno per l’altro. Siamo un gruppo unito, si vede. Davanti all’io, c’è il noi. Non credo ci sia un favorito in finale, si parte alla pari e fare pronostici significa farsi smentire dalla storia». E i compagni? Si schiera solo Mitchell Dijks, fresco di presentazione a Pinzolo: «Chi tiferò in finale? Con Bruno parlo inglese, quindi...».
Sebastien De Maio La Francia è molto forte in difesa, ha grande fisicità e la velocità di Mbappé ci rende imprevedibili, facile indicare lui come uomo in più. Ma la Croazia gioca un grande calcio, bello e il loro insieme finora ha fatto la differenza. Chi temo? Petkovic! Scherzi a parte, nessuno in particolare sono tutti molto forti