Maturità, la carica dei 100 bravissimi
Anche quelli dei tecnici scelgono l’università, nonostante la «chiamata» delle aziende
Anche gli eccellenti degli istituti tecnici, già chiamati dal mondo del lavoro, hanno scelto di proseguire gli studi. I diplomati bolognesi da 100 (talvolta pure con lode), a prescindere dalle scuole superiori che si sono appena lasciati alle spalle, credono che una specializzazione dia loro maggiori garanzie per il futuro. Molti stanno già pianificando la loro vita all’estero, altri vogliono restare in Italia, magari proprio sotto le Due Torri.
Ragazzi da 100. Alcuni di più: da 100 e lode. Ma tutti, anche gli eccellenti dei tecnici che il mondo del lavoro ha già chiamato appena finito l’esame di Maturità, hanno un obiettivo certo: proseguire gli studi e specializzarsi ulteriormente all’università. Una prospettiva che, in parte, «scardina» l’impianto costruito a fatica negli ultimi anni dal mondo imprenditoriale bolognese che proprio sugli istituti tecnici ha investito molte risorse per formare e accaparrarsi gli studenti migliori da impiegare poi nelle aziende della Motor Valley.
Abbiamo sentito molti dei «bravissimi» che hanno appena finito le scuole superiori per capire che prospettive hanno per il futuro e come immaginano i prossimi anni della loro vita. Molti stanno già pianificando la loro vita all’estero, inseriti in università straniere di altissimo livello, mentre i neodiplomati tecnici, pur volendo proseguire gli studi, non si immaginano lontani da Bologna, proprio perché il territorio può offrire loro, in prospettiva, posti di lavoro importanti a due passi da casa. Gianluca Gentile si è appena diplomato all’Itis Belluzzi-Fioravanti, che di 1oo ne ha sfornati più di dieci quest’anno, in informatica e telecomunicazioni. «È la mia passione dalle medie — racconta — e appena finito l’esame ho ricevuto qualche proposta di lavoro, ma mi sono già iscritto all’università a Bologna, a Ingegneria elettrica: è un ramo scelto da pochi, chi si laurea qui è richiestissimo anche dalle aziende italiane». Anche Manuel Serra si è diplomato in informatica al Belluzzi: «Mi sono iscritto alla Bocconi a Milano, voglio fare il mio lavoro a livello manageriale. Sono ottimista per il futuro, perché in Emilia-Romagna e a Bologna ci sono buone prospettive di lavoro in questo campo». Elia Biacchesi insieme al 100 ha conquistato anche la lode. Sempre Belluzzi, sempre informatica. La lode, nel suo caso, l’ha spinto ulteriormente in alto rispetto ai suoi compagni: «Andrò in Inghilterra a fare Scienze informatiche con la specializzazione in intelligenze artificiali, in Italia un corso così dettagliato non c’era. Non ho ancora ricevuto proposte di lavoro, ma se anche le ricevessi, adesso non lavorerei di sicuro». Anche Carlo Miguel Ramos Cobo, elettronica al Belluzzi, avrebbe avuto un posto in produzione alla Segafredo-Zanetti, «ma pensavo comunque di proseguire gli studi».
All’Itc Salvemini i diplomati con 100 quest’anno sono stati 22. «Il mondo del lavoro? Non l’ho nemmeno preso in consi- derazione», dice Eleonora Zocca, che ha fatto l’indirizzo del turismo. «Mi sono iscritta a Economia del turismo a Rimini, mi piacerebbe formarmi in parte anche all’estero, per poi tornare nel mio Paese e utilizzare qui le competenze acquisite fuori». Giulia Marasco, altra bravissima del Salvemini di Casalecchio con un diploma nell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing, era già stata contattata da una multinazionale vicino a casa. Ha rifiutato un posto di lavoro certo: «Voglio andare a studiare a Milano, il mio futuro lo vedo prima lì e poi in Italia».
Ma la sorpresa arriva dall’Aldini-Valeriani, scuola da cui le aziende «pescano» moltissimi diplomati. Qui ci sono stati tre maturati con 100 e lode e 14 con 100. Luca Brighetti è uno dei diplomati con lode in meccanica-meccatronica. Aveva già avuto tre proposte di lavoro prima della fine della scuola. «Ma mi sono iscritto a Ingegneria meccanica, ho ancora voglia di studiare e l’università offre più opportunità, dà più assicurazioni». Lo studio, quindi, anche per questi super diplomati tecnici, è visto come una garanzia maggiore. Una prospettiva ribaltata, rispetto al miraggio del posto fisso. Il suo compagno Francesk Koci, che il test a Ingegneria meccanica l’ha già fatto, non ha comunque resistito al richiamo di un’occupazione: «Mi ha chiamato un’azienda importante, ho deciso di provare a lavorare, ma non escludo di continuare gli studi».
I diplomati tecnici, quindi, esattamente come i liceali, nell’immediato futuro si vedono all’università. Allo scientifico corrono tutti per Ingegneria. Al Righi sono stati 14 i 100 e 4 le lodi: c’è chi è già partito per studiare a Londra, chi è entrato a Ingegneria dell’automazione come Edoardo Fratarcangeli, chi, come Luca Guglielmi (100 e lode) che vuole fare Ingegneria aerospaziale, «sapendo già che dovrò lavorare all’estero». Anche Francesco Grimaldi, diplomato con lode allo scientifico Fermi, farà Ingegneria dell’automazione.
Ma anche i diplomati classici si stanno buttando sempre di più sulle facoltà scientifiche ed economiche. Lorenzo Zacchini ha ottenuto la lode al Galvani: «Andrò a fare matematica, tenterò anche il test alla Normale di Pisa. Il mio sogno è fare ricerca». La compagnia Sofia Marchetti non ha dubbi: «Vado alla London School of Economics, avevo più scelta lì, ma non escludo affatto di tornare in Italia». E come lei, in molti, oltre a coronare il sogno di fare il lavoro della loro vita, vogliono coronarne un altro: tornare a Bologna e restituire alla città il patrimonio acquisito altrove. Si scrivono «generazioni future»; si leggono «speranza».
” Eleonora Il mondo del lavoro? Non l’ho nemmeno preso in considerazione. Studierò ancora, anche all’estero