Medicina, la roulette delle specialità Per pochi posti
Martedì il test: 294 borse, 40 sono finanziate dalla Regione. In città a sostenere la prova saranno in 1.642
Il 17 luglio riparte la roulette per le scuole di specialità medica. I posti che l’Alma Mater mette a disposizione sono cresciuti, ma non bastano.
Il 17 luglio riparte la roulette nazionale per entrare nelle scuole di specialità medica, un momento che migliaia di laureati in Medicina stanno aspettando da mesi. A Bologna saranno in 1.642 a sostenere la prova, in trenta aule diverse. I posti che l’Alma Mater mette a disposizione sono 294, ben più dei 226 di due anni fa, il 30% in più, ma ancora insufficienti rispetto ai fabbisogni. Quello della carenza dei medici specialisti è un problema in tutto il Paese, ma in alcune aree sta diventando una vera e propria emergenza. «Bisogna formare più medici — scandisce il prorettore alla didattica di Unibo Enrico Sangiorgi —. Noi siamo pronti a farlo, abbiamo la capacità per farlo, per questo ci appelliamo al governo per mettere in grado gli Atenei di formare più medici, cominciando con l’allargare l’ingresso ai corsi di laurea in Medicina».
Venerdì il ministero ha pubblicato l’atteso ministero con le borse per le scuole di specializzazione mediche. Come detto i posti saranno 294, distribuiti nelle 44 scuole accreditate dell’Alma Mater. Delle 294 borse 40 sono finanziate dalla Regione, un investimento significativo da parte di viale Aldo Moro visto che due anni fa erano 13. Complessivamente lo sforzo dell’EmiliaRomagna ha consentito di raddoppiare i contratti di formazione per gli specializzandi, che passano da 52 del 2017 ai 100 del 2018, il numero più alto in Italia. Contratti che si aggiungono a quelli finanziati dal ministero, incrementati anch’essi da 619 a 635. Complessivamente quindi in Emilia-Romagna si passerà da 671 a 735 con un aumento del 10%. «Si tratta di un impegno davvero eccezionale, per rispondere alla carenza di specialisti che rischia di minare la funzionalità del sistema sanitario pubblico del nostro Paese — dichiara l’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi —. In attesa di una risposta nazionale, che è indispensabile facciamo la nostra parte, incrementando i contratti finanziati in misura ancora maggiore degli anni passati: nessun’altra Regione ne ha sostenuti in questo numero». Sangiorgi condivide la richiesta della Regione, «bisogna andare ad almeno 13-15 mila posti di ingresso ai corsi di laurea in medicina e a 10 mila posti nelle scuole, visto il turnover che tra qualche anno lascerà sguarnite intere aree della sanità». Al tempo stesso sottolinea lo sforzo congiunto fatte da viale Aldo Moro e dalle quattro Università emiliane. «Grazie ai nostri sforzi — aggiunge — Bologna oggi ha una scuola di specialità in Emergenza, nata solo due anni nonostante la città abbia il pronto soccorso più grande della regione. I posti disponibili sono 21, due anni fa erano solo due. Inoltre abbiamo lavorato per estendere le reti formative». Una capacità che si attesa a ben 489 medici in formazione, «mentre quando sono diventato prorettore eravamo a quota 250». «Ci vorrebbe qualcuno che finanziasse gli ulteriori posti — sottolinea Sangiorgi —, penso alle Ausl ma anche a privati in convenzione. Recentemente abbiamo acquisito molte unità operative in Romagna, l’interazione con l’Area Vasta romagnola sta dando i suoi frutti». Venerdì sono stati pubblicati i bandi per entrare nei corsi di laurea delle professioni sanitarie, «grazie al nostro lavoro abbiamo 570 posti in Infermieristica, contro i 439 dell’anno scorso, e 72 in Fisioterapia che erano 49».