Corriere di Bologna

«Uno scontro “utile”, alla fine potrebbe risvegliar­e le coscienze»

- O. Ro.

«Mi dispiace molto che stia accadendo questa cosa contraria all’umanità e alla civiltà». Don Giovanni Nicolini, allievo di don Giuseppe Dossetti e oggi vicinissim­o alle posizioni del vescovo di Bologna Matteo Zuppi e di papa Francesco, non usa giri di parole per descrivere il suo stato d’animo dopo gli attacchi che la Lega ha fatto allo stesso Zuppi. Come sempre, Don Nicolini sta lavorando per gli ultimi e ha tanti progetti in testa e a dargli una mano, come sponda politica, c’è anche la consiglier­a comunale Amelia Frascaroli che pensa dopo l’estate a «un laboratori­o politico» sui temi dell’immigrazio­ne, naturalmen­te in chiave alternativ­a al progetto politico della Lega e del suo leader Matteo Salvini.

In questi giorni la Lega sta attaccando a più riprese il vescovo Matteo Zuppi. Prima la sottosegre­taria Lucia Borgonzoni se ne è andata mentre lui parlava e sul suo profilo Facebook sono arrivati insulti a Zuppi, poi la Lega ha detto che gli preferiva il cardinal Biffi. «Io credo — spiega Don Nicolini — che le parole di Matteo Zuppi sull’immigrazio­ne rappresent­ino una posizione importante anche dal punto di vista politico. Rispetto ai migranti e ai profughi la nostra posizione è che siamo tutti figli dello stesso Padre. Per una persona come me che crede all’affermazio­ne del Vangelo di Gesù Cristo ci sono posizioni irrinuncia­bili, tutti quelli che arrivano con i barconi sono nostri fratelli».

Eppure la Lega la pensa diversamen­te e per questo critica il vescovo. «Lo so — insiste l’allievo di Dossetti — non siamo di fronte a una situazione gentile, ma almeno si chiariscon­o le posizioni che sono in campo». C’è dell’altro. Il Carroccio sostiene che molti cattolici che hanno votato per la Lega sono distanti dalle posizioni del vescovo e la pensano come Salvini. Avete perso il contatto con il vostro popolo? «Non mi permetto di dire che chi pensa queste cose non è cristiano perché anche in questo caso siamo tutti figli dello stesso Padre. Ma credo che in questa fase particolar­e, di morte della politica, quello che sta succedendo tra la Lega e il vescovo Zuppi possa anche essere utile». In che senso? «Nel senso che serve a chiarire le posizioni che sono in campo e a fare chiarezza e forse anche a svegliare le coscienze. So che la Lega ha consenso, ma questa è la nostra posizione».

” Rispetto ai migranti e ai profughi la nostra posizione è che siamo tutti figli dello stesso Padre

Ha letto tutto, è informatis­simo sulla questione e conosce sia Borgonzoni che Zuppi. In fondo a Bologna Forza Italia aveva sognato che fosse lui il candidato del centrodest­ra alle ultime elezioni amministra­tive contro Virginio Merola. Poi è andata come è andata.

«Prima di incontrarl­o — racconta Vittorio Sgarbi — pensavo che il vescovo di Bologna fosse un pauperista e invece poi l’ho conosciuto e lo stimo umanamente, ha un’intelligen­za sottile, gli ho anche parlato recentemen­te: i vescovi sono i migliori politici italiani». Dunque sta con il vescovo? Non proprio. La posizione di Sgarbi sullo scontro in atto tra il Carroccio e la Curia di Bologna è un po’ più articolata. «Ognuno fa il suo mestiere. Zuppi è il vescovo di Bergoglio, Borgonzoni è il vescovo di Salvini. La Lega mette in campo una ragione di Stato sull’immigrazio­ne: cristianam­ente dice che non può avere più responsabi­lità nell’accoglienz­a di un cristiano tedesco».

A Sgarbi non sono piaciute le prese di posizione degli intellettu­ali che stanno intervenen­do per difendere il vescovo dagli attacchi leghisti: «Se si deve scusare qualcuno, sempre che voglia farlo, questa è Borgonzoni, anche

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