BORGONZONI-ZUPPI IL DIBATTITO CHE NON C’È STATO
Mi sarebbe piaciuto un vero dibattito fra la Borgonzoni di fresca di assunzione al governo e il vescovo Zuppi, ma il dibattito non c’è stato perché la signora è dovuta partire per Roma subito dopo avere detto la sua. Che sapevamo anche prima di ascoltarla, perché è in fotocopia il parere di Salvini, mi resta l’idea che si potesse evitare questo andare via così urgente, non aggiungo altro per correttezza, se non che sono convinto che la Borgonzoni avrebbe avuto i suoi argomenti per replicare al vescovo. S. Lolli,
Gentile signor Lolli, lei dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Tempo fa il suo comportamento sarebbe stato bollato con il famoso «cerchiobottismo». Quando scrive «non aggiungo altro per correttezza» induce a pensare di avere trovato nel comportamento della leghista doc un insulto al galateo. Però aggiunge subito un attestato di fiducia sulle capacità politiche e dialettiche della suddetta. Insomma, non facciamone un dramma. Su questo, nessun dubbio: ci sono ben altri problemi sotto il nostro cielo e, visto il tema, sopra il nostro mare. Tuttavia non credo occorra un particolare eroismo per dire chiaro che andare ad un dibattito per poi vedere solo un monologo genera irritazione fra chi siede in platea. Anche se davvero per forza maggiore, tu chiamala se vuoi tirannia degli orari ferroviari. Tutte le strade conducono a Roma, ma con i treni ci sono dei limiti. Tanto più se arrivano e partono in orario. Come succedeva una volta, con crescente e dichiarata nostalgia di vari contemporanei. Non fatico a credere che la signora Borgonzoni sia stata costretta al brusco congedo da, come si dice in questi casi, improrogabili impegni di governo. Affari di Stato che non possono aspettare, quindi da risolvere in fretta. Vedremo alla prova dei fatti se la lista d’attesa risulterà breve o no. In caso positivo, ci faremo tutti una ragione del contrattempo. Anche quelli più severi che hanno trovato poco culturale l’accaduto, soprattutto per chi governa la Cultura. Sono i soliti che cercano il pelo nell’uovo? Più probabile che siano quegli strani tipi che credono ancora in certe vecchie regole dello stare al mondo. Per quanto mi riguarda, trovo che un dibattito abbia senso soltanto se le parti in causa si ascoltano con l’intenzione di accogliere almeno un’osservazione dell’interlocutore, accettando l’idea che non tutto il buono o il male stanno di qua o di là. In tutti i casi contrari, compreso se uno dei contendenti corre al treno invece di restare a confrontarsi, siamo alle solite: post partita con clima da zuffa televisiva e perversa fioritura di odiatori social.
questo, dove tutti, veramente tutti, in un’organizzazione perfetta si prodigano continuamente per la salute e il conforto dei malati.
Grazie, continuate cosi! a Porta S.Stefano, sono rimasti chiusi al traffico per ore a causa del cosiddetto «Gay Pride», senza che ci fosse sulla strada un solo cartello che avvertisse che stavamo entrando in un budello senza uscita. Per arrivare a Via Murri abbiamo percorso 10 km in più, con enorme perdita di tempo e inquinamento alle stelle.
E poi perché «Gay Pride»? Essere omosessuali è una condizione reale nota e riconosciuta, quindi perché es- serne orgogliosi? Similmente si potrebbe essere orgogliosi di avere i capelli biondi o gli occhi azzurri. Esibire i propri orientamenti sessuali (spesso con atti di cattivo gusto) mi pare uno scadimento di dignità,e mescolare le richieste dei gay con il dramma dei migranti che muoiono in mare è davvero di pessimo gusto.
Quanto ai responsabili del Comune di Bologna, perché autorizzare una manifestazione del genere in piena città e non in zone periferiche quali il Parco Nord o la zona Fiera? E per di più senza alcuna segnalazione? Sarebbe stato un provvedimento semplice e di buon senso, quel buon senso la cui mancanza si ravvisa spesso nella gestione della viabilità a Bologna.
Municipale insufficiente
Il giorno dei «Gay Pride» ho letto attentamente ordinanze e messaggi pubblicati dal Comune per potermi orientare tra le chiusure del traffico. Nonostante gli avvisi parlassero delle ore 17, il viale in direzione Porta S. Stefano era chiuso a Porta S. Mamolo già alle 15.30. È questo il rispetto che il Comune e la Polizia municipale hanno dei loro cittadini? Capacità organizzativa: zero.