Destro si sente il più forte ma il Bologna vuole venderlo
La punta è determinata a imporre la sua qualità. Se partirà, il club non potrà sostituirlo con Avenatti
Nonostante sia arrivata una risposta positiva a quello che era il primo interrogativo, «chissà come arriverà Mattia Destro in ritiro?», lo scenario attorno all’attaccante non è cambiato. Destro è sorridente, disponibile, ha fame e voglia di sacrificarsi ma al di là dei pensieri resi pubblici, almeno per ora il Bologna non ha cambiato idea sul suo conto. Nel senso che continua a fare il tifo per un suo addio. Il punto è che anche Destro non ha rivisitato la propria posizione, convinto com’è di essere l’attaccante più forte del Bologna, di conquistare Pippo Inzaghi e di conseguenza di costruire un campionato carico di luci e di gol. E così con questo equivoco si va avanti, in attesa che alla fine del ritiro di Pinzolo arrivi a Casteldebole Luca Puccinelli, l’agente del giocatore, per parlare sia con Riccardo Bigon sia con Inzaghi. Perché è suo dovere ascoltare i desideri di Destro, ma al tempo stesso deve anche disegnargli un quadro reale della situazione. Anche perché ora sembra tutto bello, ma poi cosa succederebbe di fronte alle prime eventuali panchine? Destro si lascerebbe andare ancora una volta? Ecco il motivo per il quale Puccinelli vuole capire come stanno veramente le cose, per non arrivare poi alla realtà dispari vissuta dall’attaccante con Donadoni.
Che Destro sia potenzialmente l’attaccante più forte e più con il gol addosso di questo Bologna è sicuro, ma una volta per tutte deve evidenziarlo anche con i fatti. In caso di separazione, è impensabile ritenere di poterlo sostituire con Avenatti o con Petkovic, una soluzione del genere sarebbe da irresponsabili, non dimenticando che per il campionato italiano almeno a oggi Santander è una scommessa. Della serie: se per Destro il Bologna troverà un acquirente, dovrà poi acquistare un attaccante vero di serie A e non restare con uno che anche in serie B faceva fatica.
C’è poi un’altra questione: i limiti attuali di questa squadra sono in parte nascosti dall’entusiasmo contagioso che sta trasmettendo Superpippo, ma se il Bologna non si rafforzerà almeno sui lati e in difesa e non farà chiarezza in attacco ecco che sarà destinato a dover vivere un campionato di ansie, se non addirittura di sofferenze. Insomma, altro che decimo posto e facciata sinistra della classifica. A meno che Donadoni l’anno passato non abbia sbagliato tanto e che ora Inzaghi sappia rivoltare questa squadra come un calzino, l’andazzo cambierà di poco. Perché se da una parte è sperabile che Pippo regali più fuoco e qualche dose di organizzazione in più al Bologna, da un’altra va rimarcato come in serie A la differenza la fa soprattutto la qualità. E in questo senso Inzaghi può farci poco, non avendo (almeno fino a prova contraria) superpoteri.
Tra l’altro, e non è un particolare di poco conto, quello di oggi rispetto a quello di ieri sembra anche un campionato più equilibrato anche nei piani inferiori della classifica.