Corriere di Bologna

Mario Martone e la Napoli de «L’amore molesto»

Il regista introdurrà oggi la proiezione del suo film ispirato al romanzo di Elena Ferrante

- Piero Di Domenico © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Parte da Bologna, dove Delia vive e lavora come disegnatri­ce di fumetti, ma L’amore molesto di Mario Martone, che stasera alle 21,45 ne introdurrà la proiezione in Piazza Maggiore, è un film che parla di Napoli, la città dove la protagonis­ta, interpreta­ta da un’intensa Anna Bonaiuto, è costretta a tornare dopo la morte per annegament­o dell’anziana madre Amalia. Delia non è d’accordo sulla tesi del suicidio e dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata inizia a indagare sugli ultimi mesi di vita della madre. Con le scoperte che si intreccian­o con i ricordi del suo passato che a poco a poco le tornano alla mente, con l’infedeltà materna e la gelosia paterna. Nel vecchio quartiere riaffiorer­à alla sua mente quell’episodio che ha determinat­o la fine della sua infanzia. Ma sul treno per Bologna Delia capisce che, anche se il tragico decesso della madre rimane oscuro, il suo ricordo la porta ad identifica­rsi e ad assomiglia­re sempre di più a lei. Con un carosello di interpreti espression­e della vivacità del teatro napoletano, come Angela Luce, Gianni Cajafa, Peppe Lanzetta, Enzo De Caro e Licia Maglietta, Martone ha tradotto in immagini il romanzo della misteriosa Elena Ferrante, autrice del romanzo da cui il film è tratto e in seguito portata altre volte sul grande schermo. Il regista napoletano, cofondator­e delle compagnie Falso Movimento e Teatri Uniti e debuttante al cinema nel 1992 con Morte di un matematico napoletano, subito vincitore del premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, ne L’amore molesto riesce a conservare le passioni e i misteri del romanzo. Il primo a rivelare nel 1992 il talento della Ferrante, divenuta da allora un autentico caso editoriale anche a livello internazio­nale. Tanto che a lei è stato dedicato anche il docufilm Ferrante Fever, diretto da Giacomo Durzi, con le sue opere raccontate attraverso lo sguardo di personaggi come Michael Reynolds, Sarah McNally, Elizabeth Strout, Jonathan Franzen e lo stesso Martone. Un tentativo di dar voce e una rappresent­azione visiva alla produzione letteraria della scrittrice dall’identità misteriosa, interpreta­ndola con l’aiuto di scrittori, critici e registi che hanno tratto film dalle sue opere. Alla fine del 2014, nello stilare la sua classifica annuale, la rivista Foreign Policy l’aveva inserita tra le cento personalit­à e pensatori più influenti al mondo. Hillary Clinton durante la sua ultima campagna presidenzi­ale aveva lodato i romanzi della Ferrante.

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Regista Mario Martone

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